Inoltre formula l’idea della una nuova società di Usonia (1928), attraverso la quale da un nuovo ruolo all'architettura basata su una nuova società rurale. In seguito a questa idea progetta una città, che è Broadacre city (1931-35) un modello di città che cerca di integrare città e campagna. Questo per Wright è possibile attraverso l'auto, che ha grande sviluppo a partire dalla fine degli anni 20, che permette di potersi muovere tra città e campagna in maniera agevole, assieme ad altri mezzi (lo definisce “l’unico mezzo democratico”). Quindi attraverso questa città usoniana vuole dare un nuovo assetto sociale agli Stati Uniti; Broadracre city era un modello di nuova città ma anche di nuove case, non più la prairie house ma la casa usoniana (1930-60). Infine vedremo del 1932 la Walteer Devinson model farm, un nuovo modello di casa dove sottolinea il valore dell'auto.
Su questa base fa il modello della città di Broadracre, progetto che parte dal 1931 con un insediamento per 1400 famiglie, con uno schema a griglia reticolare agraria a scala regionale, che viene resa possibile dall'auto. Si tratta di una regione che viene autogovernata e semplificata dallo schema, questo permette di superare la distinzione che si ha fra città e campagna.
Da sottolineare ad esempio l’utilizzo del grattacielo, che Wright vede come una struttura antiurbana, quindi posta al di fuori della città per evitare l'isolamento e l'eccessiva concentrazione al centro della città, nello stesso tempo struttura pluralistica che favorisce l'interazione fra persone; inoltre per la città propone una serie di mezzi di trasporto aerei e progetta anche lui una automobile.
Anche nella casa usoniana ci sono degli assi, come abbiamo visto nella casa della prateria, ma non così rigidi e schematici.
Costruisce una prima casa Herbert Jacobs Madison nel Wisconsin (1937), che è la prima tipologia di casa usoniana e rappresenta la risposta rurale e suburbana alla citrohan di Le Corbusier.
La casa ha una struttura in legno e mattoni poco costosa, semplice ed accogliente sia all’interno che all’esterno, dove le bucature sono pensate come parte integrate della struttura, la parete è già pensata con l'andamento che avrà la bucatura.
Nel 1948 costruisce una seconda casa Herbert Jacobs Madison, che rappresenta un ottimo esempio di utilizzo della curva nella progettazione, che è perfettamente integrata con la natura.
Nel 1939 progetta le case Suntop in Pennsylvania, si tratta di un progetto governativo, sono quattro appartamenti duplex con uno schema a croce che suddivide l’edificio nei vari appartamenti ai quali cerca di dare la massima privacy, in modo che per esempio non ci sia introspezione tra un terrazzo e l'altro.
La facciata è in mattoni e in doghe orizzontali (materiale molto amato, al contrario il cemento armato), presenta piccole terrazze giardino per il gioco dei bimbi e concentrazione dei servizi nei mezzanini.
Nello stesso anno si ha un altro esempio di quella che è la casa usoniana, con la casa Winckler e Goetsch (1939) Okemos, Michigan; estremamente povera e semplice, con pareti triple di tavole, con fogli isolanti tenute insieme da inchiodature, in cui le varie parti sono già studiate per formare le bucature. Sempre grande senso di orizzontalità con predominanza di un asse longitudinale e maggiore fluidità di spazi, blocco cucina ad arredo fisso e camino come cuore della casa.
Altra casa che possiamo mettere in questo momento della sua progettazione è la casa Sturges (1939) California, completamente a sbalzo sulla collina, interessante perché industrializza il cantiere a piè d’opera, perché Wright è contrario alla prefabbricazione fino a quando non si lavora in cantiere. Utilizza una struttura in legno e mattoni, anche qui possiamo vedere la maggiore importanza che viene data all'auto, per la presenza del garage.
La casa è situata su un bosco e aggetta su un ruscello; si accede all’abitazione attraverso un ponte e un percorso che arriva all'ingresso si piccole dimensioni in modo da dare maggiore luminosità e grandiosità al soggiorno, il quale si estende sull'acqua attraverso una terrazza, al di sopra della quale sono presenti due terrazze (che hanno gli assi principali perpendicolari fra di loro) rese possibili grazie all'uso del cemento armato, materiale poco amato e che avrebbe voluto rivestire con delle foglie d'oro, ma il committente non accettò.
I vari piani vengono concepiti come una serie di vassoi distanziati da brevi masse di pietra, come accade nell’Imperial Hotel.
Si ha una notevole fusione della casa con la natura e il paesaggio, con un contatto con l'acqua che avviene in senso metafisico attraverso una scaletta che porta alla parte sottostante, come elemento di fusione tra acqua e costruito.
Altro elemento che tiene conto della natura del luogo è il camino, che viene costruito su delle rocce preesistenti e diventa elemento fondamentale della casa, la quale viene sempre studiata nei minimi particolari e nella scelta dei materiali.
Importante sottolineare il fatto che la casa sulla cascata viene costruita nello stesso periodo della Villa Mairea di Aalto, di una generazione più giovane, emblema dell’architettura organica, anche questa immersa nella foresta, di grande semplicità e confort.
I muri perimetrali sono muri chiusi, però la composizione è meno rigida di quella vista nel Larkin Building e nel Unity Temple, in questo caso la planimetria del palazzo risente della situazione di viaria della zona, per questo la costruzione ha questa forma curvilinea.
Notiamo una inversione dei ruoli con pareti cieche e finestre nella copertura e nel cornicione.
L’interno consiste in uno spazio libero, sostenuto da colonne a fungo, alte 9 metri, separati tra loro da uno spazio in modo da far entrare la luce, inoltre dentro queste colonne passano i pluviali, per scaricare l'acqua proveniente dalla copertura. Particolare il modo di trattare la luce proveniente dall'alto che da una sensazione fantascientifica nello spazio di lavoro, anche in questo caso indifferenziato.
Pianta ramificata quindi ancora una volta questo concetto dell’albero, con un tronco centrale da cui si ripartono le alti, dando un senso di organicità. Fra due ali si ha una piscina, il camino in mattoni è addossata una scaletta che porta sulla copertura da cui è possibile guardare l'area circostante.
La Taliesin West deriva dai concetti di spazio libero e di territorio vergine analizzati per la progettazione di Broadacre city, si può dire che rappresenta la filosofia di Wright, unendo architettura e stile di vita (in questo caso all’aperto ed in parte nomade, tipico della sua origine ebraica).
La casa si difende dal clima costruendo delle strutture aperte in legno rosso e coperte da teli, organizzando lo spazio con due vasche d’acqua utili per contrastare il clima.
L’ultima parte della sua vita la passa qui dove c'è una gran parte dedicata alla progettazione con stagisti e studenti; quindi vita comunitaria anche per i giovani, una sorta di piccola città nel deserto le sui forme sono suggerite dal paesaggio circostante.
Siamo in città quindi si chiude ad essa, con un edificio pieno e permette la luminosità per mezzo di fessure che seguono l'andamento del percorso a rampa interno e con una copertura trasparente. Quindi ritroviamo i suoi concetti fondamentali (chiusura alla città, spazio fluido e continuo) vengono tutti organizzati in questa struttura, dove l'esposizione si ha lungo rampe perimetrali a spirale, creando uno spazio fluido e continuo. Edificio non di grandi dimensioni con un’edificio più grande dedicato alle esposizioni e uno più piccolo circolare con l’ingresso e gli uffici; dopo la sia morte ci sono state delle modifiche.
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