Friedrich Schinkel


Gli succede Federico Guglielmo III per cui lavorerà Schinkel (1781-1841), si formò all’Accademia di Architettura di Berlino, dove fu notevolmente influenza da Friedrich Gilly (ed in particolare dal suo progetto per il concorso del monumento di Federico il Grande). Fu direttore di tutte le opere imperiali, non ha rapporti con il popolo ma solo con l’imperatore, personaggio estremamente onesto, parte come tutti i nordici da un’approccio gotico (coltivava infatti l’idea di sintetizzare il Greco con il Gotico, in quanto era molto in voga l’idea di queste come due civiltà gemette).
In seguito fece un viaggio in Italia e qui viene molto influenzato dall’architettura mediterranea e inizia costruire in uno stile neoclassico di cui però comprende l’essenza (i cicli costruttivi e le istanze) e tutti i segreti della struttura (con una netta corrispondenza tra interno ed esterno).
Di lui ricordiamo la Neue Wanche a Berlino (1816-18), che altro non era che un posto di guardia per i cannonieri imperiali. L’edificio, è di piccole dimensioni, presenta una pianta quadrata che ricorda il castrum romano, e dove vengono enfatizzati gli angoli; troviamo poi un pronao con colonne doriche (che come abbiamo detto rappresenta la trasposizione dell’albero nella struttura architettonica). Da notare la presenza nell’architrave di vittorie alate in metallo e lievemente aggettanti, poste esattamente sopra le colonne, la cui notevole distanza aumenta la leggerezza dell’edificio, presenta nel timpano simboli che rimandano all’autorità imperiale. 
Sempre suo il teatro di Berlino (1818-21), che vuole essere la ricostruzione del teatro che c’era prima, andato distrutto in un’incendio (schaupielhaus); anche qui riscontriamo una facciata principale con il suo pronao, il doppio timpano e due facciate laterali uguali, un senso di magnificenza ed importanza viene dato attraverso la scalinata. Si imposta quindi su una sorta di telaio classico trabeato, con file continue di finestre, separate solo da pilastri praticamente privi di modanature; questa leggere intelaiatura ricorda vagamente gli elementi traforati degli edifici gotici. 
Importante perché si rifà al tempio di Trasillo ad Atene, però fonde anch’egli con la spazialità e la leggerezza gotica, in particolare, come abbiamo detto, nella finestratura.
L’opera più interessante è Altes museum 1823-1830 (museo delle antichità), che si trova nell’isola dei musei, in questo caso si tratta di l’intervento anche urbanistico, in quanto sposta un ramo del fiume per collegare con la darsena e vuole chiudere la piazza con l’Altes perché in fondo vi era un castello (distrutto dalla guerra). L’Altes è praticamente uno dei primi musei pubblici, è un edificio di forma classica ma estremamente moderno, cioè è una sorta di scatola in qui prevale l’orizzontalità, presenta in facciata 18 colonne chiuse da due pilastri, precedute da una breve scalinata e non è presente un pronao; attraverso altre colonne si entra nel museo e si ci trova di fronte ad una rotonda non denunciata all’esterno (all’esterno infatti è un involucro quadrato), ricorda la cupola del Pantheon per il tetto a cassettoni (unisce la classicità greca a quella romana); questo spazio centrale ha una galleria, dove vengono presentate le statue ed era pensata come uno spazio di riflessione prima di entrare in contatto con le opere d’arte del museo. Le gallerie si svolgono lungo il perimetro e si affacciano su due cortili interni che affiancano lo spazio centrale su due piani; all’esterno sul dietro troviamo una scansione di lesene, conclusi da due pilastri di maggiore spessore che danno un senso di chiusura nella fabbrica edilizia.
Sempre di Schinkel è la Bauakademie (1831-38) (l’accademia del costruire), sede della scuola di architettura di Berlino (molto moderno per il concetto della scuola). 
L’edificio era un edificio isolato, alto quattro piani e quatto facciate composte da otto campate, separate da pilastri (corrispondenti approssimativamente alla partizione verticale interna). Si tratta di un edificio molto moderno perché si legge la sua funzionalità nelle grandi vetrate; anche in questo caso Schinkel cerca in una certa misura la fusione tra lo stile greco e quello gotico, cercando di ingentilire la grande funzionalità derivata dalle ampie vetrate dello stile gotico, con l’aggiunta di quello greco. 
Anche nel cortile centrale interno troviamo una tipica partitura classica, però sia per l’uso del mattone e per la minima decorazione sotto le finestre si trovano elementi del gotico.
Riassumendo Schinkel è importantissimo in quanto dà un’impronta classica a Berlino e da cui prenderanno spunto ad esempio un’altro architetto di Berlino Peter Behrens (architetto delle fabbriche) e poi sino a Mies van der Rohe (maestro dell’architettura moderna).
Schinkel diventerà un riferimento per l’architettura nazista perché nel 150 esimo anniversario della sua nascita la galleria nazionale di Berlino vuole ricordarlo e uno dei funzionari della galleria raccoglie tutto il materiale relativo all’architetto vede che da solo non ce la fa e chiama degli organismi governativi, i quali vedono nel neoclassicismo di Schinkel una ripresa del classicismo che come sempre viene considerato un’elemento importante per qualsiasi tipo di potere, quindi viene presa ad esempio per l’architettura di regime. Inoltre l’architettura neoclassica viene ripresa nei primi del 900 dalla borghesia industriale per la propria rappresentazione, quindi anche per le fabbriche sempre per questa sua potenza evocativa. 

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