Questo breve elenco introduce tutte le tematiche affrontate nel blog; gli argomenti sono divisi in filoni e post monografici per gli architetti più importanti.

Introduzione al Neoclassicismo

Neoclassicismo in Gran Bretagna


L'urbanistica inglese (John Wood il Vecchio, il Giovane e John Palmer)


Il neoclassicismo in Francia


Gli architetti visionari


Neoclassicismo in Germania


Neoclassicismo in Scandinavia

Neoclassicismo in Grecia

Neoclassicismo in Russia

Neoclassicismo in Italia


Gino Coppedé

Il neogotico in Inghilterra


Il neogotico in Francia e Viollet-le-Duc

Il Neo-romanico e Berlage

La rivoluzione industriale


Gli utopisti


Le proposte Urbanistiche


La scuola di Chicago


L'ar nouveau


Mackintosh (la scuole di Glasgow)

La secessione viennese


Il modernismo catalano


Frank Lloyd Wright (parte prima)
Frank Lloyd Wright (parte seconda)
Prairie School

Adolf Loos

Tony Garnier

Il futurismo e Antonio Sant'Elia

La tecnologia del cemento armato

Pier Luigi Nervi

Le avanguardie in Germania


Walter Gropius

Scuola di Amsterdam

De Stijl

Cenni sull’evoluzione del grattacielo

Ludwing Mies Van der Rohe (1886-1969)

Le Corbusier

Razionalismo Italiano

Costruttivismo russo

Alvar Aalto

Alvar Aalto

Personaggio fondamentale per il movimento moderno è Alver Aalto, anche se è di una generazione posteriore rispetto agli autori che abbiamo visto sino ad ora in quanto nasce nel 1898 e muore nel 1976. Nasce in Finlandia, paese che ha avuto l'indipendenza nel 1917 (prima era sotto la Svezia e poi sotto la Russia) come tutti i paesi di recente formazione vuole darsi una nuova identità, anche dal punto di vista architettonico, ed Aalto sarà il personaggio che da una impronta tipicamente finlandese all’architettura del paese, usando anche i materiali come il legno e il granito rosso, tipici della Finlandia. 
Nasce nel 1898 in un ambiente sociale medio, studia architettura ed è importante sottolineare l’influenza cha ha avuto il paese nella sua formazione dovuto alla recente indipendenza. 
Aalto risente dell’influenza dei due temi stilistici della tradizione nordica, ovvero il romanticismo nazionale o la sensibilità classica, che si ritrova sopratutto in Asplund, autore svedese, che ripropone il classicismo introducendo elementi tipici della cultura e del paese. Aalto avrebbe voluto lavorare da Asplund senza riuscirsi, lavora invece da un’altro architetto che è sulla stessa linea di pensiero di Asplund. 
Oltre a ciò risente anche del romanticismo nazionale con riferimenti del ghotich revival, in particolare ai confort e all’inserimento nella natura tipici di questa architettura. Appartenenti a questa corrente sono tre architetti Saarinen, Gesellius e Lindgren, che vanno a vivevano assieme costruendo un complesso di villa studio ad Helsinki, anche se questa associazione va a finire male.
Di Saarinen è la stazione di Helsinky del 1904 con influenze dallo jugenstil.
Asplund (1885-1940), come abbiamo detto, è il principale architetto del momento con il suo classicismo romantico, propone una architettura semplice e primordiale, come nella biblioteca pubblica a Stoccolma (1920-28), inserita nel verde, presenta un impianto classico con un elemento circolare che fuoriesce dallo schema del parallelepipedo, molto semplice e classica, con vicino una grande vasca d'acqua.
L'impianto classico unito ad uno più spontaneo si trova nel cimitero del bosco di Stoccolma (1938-40) e in particolare nel crematorio, dove su un impianto classico applica una copertura di scatole di legno che riprende la tradizione del paese.

Per quanto riguarda la vita di Aalto, nel 1921 si laurea al politecnico di Helsinki e nel frattempo fa delle esperienze professionali, sposa due a architetti con cui collabora, nel 1924 Aino e nel 1949 Makiniemi.
Nel 1928 inizia una ricerca sull’industrial design, viene eletto membro permanente del Ciam, nel 1935 fonda la ditta Artek (con i Gullischen), per la realizzazione industriale ed esportazione di arredi, sopratutto in legno.
Nel 1938 fa una mostra al Moma di New York, per un periodo insegna all’Mit ed Harvard e dagli anni 50 ottiene importanti riconoscimenti internazionali.
E' il massimo esponete europeo dell'architettura organica, risente comunque nei primi progetti degli anni 20 del funzionalismo, unendo un'impronta funzionalista in cui introduce elementi di organicità; ma sopratutto guarda nella sua progettazione e a tutte le scale al confort e al benessere dell'uomo.

Grande autore finlandese, con un ambiente culturale e sociale differente da tutti quelli che abbiamo visto, nazione che vuole trovare una propria identità, anche architettonica, cosa che viene fatta da Aalto, il quale ha due matrici che sono una tendenza romantica tipica del nord e con una ripresa di temi nazionalistici (che abbiamo visto anche in altri paesi), quindi ripresa di costruzioni di tipo nazionale, come tetti di paglia, uso del legno e granito rosso.
Oltre questo romanticismo razionale c'è una impostazione classica, che prende sopratutto da Asplund che propone un classicismo di taglio romantico con maggiore inserimento nell'ambiente naturale, unita ad una ripresa classica estremamente essenziale.
Tema principale di Aalto è il confort dell’uomo ed è principale esponente della corrente organica, più libera e spontanea, che rompe gli schemi della classicità, si confonde nel paesaggio e usa certi tipi di materiali; anche se nella prima parte della sua vita risente del clima razionalista e funzionalista, sopratutto nelle sue prime opere come la sede del quotidiano “Turun Sanomat” (1928-30) a Turku, nel sanatorio di Paimio e nella biblioteca di Viipuri; nelle quali si sentono anche influenze classiche, ma introduce sempre elementi di architettura organica.

Nella sede del quotidiano “Turun Sanomat” (1928-30), struttura formata da due edifici adiacenti, con divisione tra la direzione, la redazione, la residenza dei dirigenti rispetto alla tipografia e la spedizione. Un edificio organizzato a parallelepipedo con l'ultimo piano arretrato con una terrazza e la parte di abitazione dei dirigenti; riprende le caratteristiche del funzionalismo, come la finestra a nastro, struttura in cemento armato, colore chiaro e l’ampia vetrina in cui doveva esserci la proiezione di una pagina del giornale, fatto che indica l'interesse per questo linguaggio pubblicitario, ma non realizzato. 
Influssi di Le Corbusier per l’impianto funzionalista e anche del costruttivismo russo con la struttura messa in primo piano; interessante un primo esperimento per i lucernari in vetro su tronco di cono di cemento, illuminazione dall’alto attraverso l’uso di lucernai che sarà una delle caratteristiche dell'architettura, riproposta diverse volte. 
All'interno vediamo introdotti degli elementi organici come il capitello a fungo, quindi anche in un edificio di impianto razionalista introduce questi elementi.

Elementi che vengono maggiormente introdotti nella biblioteca di Viipuri (1929-35), anche qui un impianto bloccato e funzionalista dove introduce elementi di architettura organica, si tratta di due parallelepipedi sfalsati dove da una parte si trova la biblioteca e nell'altra la zona per uffici e un'aula per conferenze che ha un soffitto in legno ondulato per migliorare l'acustica e per dare un particolare effetto formale. L'edificio venne molto danneggiato dalla guerra e poi venne restaurato.
Elementi che possiamo ascrivere all'architettura organica sono il movimento e la fluenza dei grandi scaloni nella zona di distribuzione dei libri; interessanti sono i coni che formano lucernari per avere una luce diffusa naturale e anche in notturna con delle fonti luminose nell'intradosso del solaio in modo che non vi sia luce diretta. 
Da sottolineare i muri molto spessi (75 cm) per isolare dal rumore esterno e per contenere gli impianti, per il resto intonaco bianco e volumi compatti all'esterno.
Nella sala conferenze utilizza il materiale del paese che è il legno per questa copertura sinusoidale, che è si funzionale ma ha anche un effetto formale; altro elemento organico sono le grandi finestre che mettono chi segue le conferenze in contatto con la natura circostante.

Terza opera di questo periodo il sanatorio di Paimio (1928-33), progetto di impostazione razionalista ma con elementi di architettura organica, come la pianta libera che si snoda sul territorio e tende a dare energia al complesso (come abbiamo visto nel Bauhaus) e dove i vari padiglioni sono divisi a seconda della funzione. 
Elemento di organicità lo troviamo nella sistemazione territoriale (anche in questo caso ci troviamo in una foresta), ma anche nell'elemento della pensilina d'ingresso curvato che riprende l'andamento dei laghi finlandesi. 
Quindi pianta libera, facciate funzionaliste e ciminiera che ricorda molto il costruttivismo russo. Organizzate appositamente per questa funzione di sanatorio è l'area dei malati, con ampie terrazze che si aprono sul paesaggio circostante e dove i letti venivano portati all'esterno, l'ala si conclude con una parte libera di aggregazione dei malati, inoltre mentre rimane chiusa rispetto alla parte di ingresso, dall’altra si apre sulle passeggiate dei malati e sul territorio circostante.
Anche la cellula del malato viene studiata in maniera attenta con il colore del soffitto tenue i lavandini inclinati in modo da non far sentire la caduta della goccia nel lavabo; quindi grande attenzione al confort e non a caso i primi mobili ergonomici in legno basati sulle misure dell'uomo sono stati creati proprio per il sanatorio. 
Costruisce anche le case per i medici e per i dipendenti molto semplici e richiami a materiali del luogo come il legno; la parte strutturale è costituita da un grande pilastro da cui si aggettano i solai.

Lavora molto al design a molto conosciti sono i suoi vasi e i mobili di legno curvato.
Progetta all'esposizione del 1937 a Parigi il padiglione della Finlandia dove si vuole dare visibilità al paese non solo con quanto viene esposto all’interno ma anche con la costruzione stessa, quindi viene utilizzato il legno e in particolare l'abete rosso, sono costruiti dei sottili pilastri legati fra di loro e controventati (vengono chiamati degli operai finlandesi specializzati in questa costruzione in legno); si trova in una zona verde e all'interno si trovavano immagini della cultura nazionale.

Altro suo progetto è la fabbrica di cellulosa di Sunila (1935-39 con ampliamenti 1951-54), si trattava di un’isola dove il fatto architettonico viene dato dall'insieme degli edifici e dal movimento delle macchine all'esterno in modo da dare un certo effetto formale. 
Appartiene alla famiglia Gullischen con la quale fonda la Arteck e per cui costruirà la villa Mairea.
Come detto si tratta di un isola per permettere l'attracco di navi e vengono anche costruite la case per i lavoratori; la struttura è in cemento armato o rivestita in mattoni rossi o intonacata, molto usato anche il legno. Le abitazioni per i dipendenti sono situate tutte con orientamento a sud (anche perché per gran parte dell'anno c'è poca luce), inoltre il terreno è a valli dove si trovano i giardini e le vie di comunicazione.

Il suo capolavoro è la Villa Mairea (1937-38) a Noormarkku, costruita per i Gullischen, ma si tratta anche di un capolavoro dell'architettura organica europea. Negli stessi anni Wright costruisce la sua casa sulla cascata, qui troviamo una architettura più semplice e meno scenografica, ma con un senso di estremo confort; anche questa situata in una foresta, ha una pianta a C (quindi di stampo romantico e ghotic revival) che si conclude con un elemento tradizionale del paese, che è la sauna (ricoperto da un prato), e davanti una piscina che riprende la classica forma dei laghi finlandesi. 
Interessante il fatto che vuole puntualizzare e definire un nuovo modo di abitare e anche una nuova abitazione democratica con attenzione alla produzione del paese, in certe parti viene utilizzato il legno e le varie zone sono differenziate dai materiali. 
A collegate la zona abitativa alla sauna una veranda per i pranzi all'aperto e al di sopra la zona letto. 
Elemento chiaramente organico la pensilina d'ingresso curvilinea sovrastata dallo studio da pittrice della proprietaria. Da sottolineare come vengono trattate le finestre in aggetto solo da uno dei lati, una sorta di bowindow molto schematico per portare luce agli elementi laterali; la sauna è un piccolo edificio ricoperto da terreno erboso e quindi una maggiore integrazione con l'ambiente.
All'interno pilastri in acciaio rivestiti di un nastro di cuoio per dare maggiore confort, si ha il soffitto in legno (materiale molto usato in tutto il soggiorno), nella scale la ringhiera è costituita da elementi in legno circolari che vanno da terra al soffitto; si ha poi una parte sul retro del soggiorno dove si trova il pianoforte e l'entrata per la sala da pranzo, ambiente estremamente confortevole anche se non lussuoso.


Nel 1939 fa un altro padiglione fieristico per l'esposizione a New York; in questo caso costruisce su un lotto di dimensioni piccole e quindi si espande in altezza rivestendo i quattro livelli con degli elementi in legno curvilinei e aggettanti verso l'interno della sala su cui sono applicati dei manifesti e ancora legno e elementi curvilinea, tipici della sua architettura, all'esterno nelle finestre.
Per un certo numero di anni va negli Stati Uniti e progetta il dormitorio per studenti anziani o Baker House (1947-49) a Cambridge; grande edificio lungo il fiume con un andamento curvilineo, presenta questo andamento tipico organico anche per arretrarsi rispetto al filo della strada trafficata che corre lungo il fiume. Costruito in mattoni e interessante è la scala esterna che da movimento all'andamento della facciata.
Per quanto riguarda i materiali sembra che Aalto abbia un filo conduttore nella progettazione e anche nell’uso dei materiali, in realtà non è vero perché nelle sue prime opere trae ispirazione dal razionalismo quindi intonaco, mattone, legno e nell'ultima parte della vita il marmo, quindi pur avendo dei punti fissi tende ad avere varietà di espressione.

Nel 1950-51 costruisce il municipio di Saynatsalo, si trova in una foresta ed organizza questo edificio con una parte dedicata al municipio e una alla biblioteca. Questo complesso forma una piccola piazza sopraelevata rispetto al livello del terreno attraverso due scale che presenta una tipica impronta organica, costruite in mattoni scostati di pochi centimetri, in cui viene fatta crescere l'erba, per integrarsi nell’ambiente circostante. 
Utilizza sempre mattoni, legno, copertura in rame e capriate in legno, complesso di dimensioni ridotte ma a misura d'uomo. carattere pittoresco, organico e romantico sia per l'inserimento nell'architettura e la particolare scalinata.

Altro edificio pubblico è il palazzo delle pensioni (1952-56) ad Helsinki siamo in città, quindi ambiente urbano, lavora su un lotto trapezoidale dove vuole creare un ambiente aperto al pubblico con vari servizi. Organizza la pianta intorno ad una piazzetta che è il centro della composizione; vuole dare un carattere di permeabilità quindi posiziona molti accessi da tutte le direzioni, nella parte sotterranea ci sono tutti dei collegamenti (anche questo elemento di organicità). 
Usa il mattone con grandi bucature e legno di quecia; da una parte risolve l'affaccio sulla strada con un andamento a zig zag mentre nell'altro prospetto ha un andamento più continuo. Il collegamento sotterraneo tra le varie parti da luogo ad un complesso organico, inoltre applica sperimentalmente molteplici sistemi costruttivi come pareti assorbenti o riscaldamento per irraggiamento con forme architettoniche.
Aalto costruisce anche un suo studio (1956) Helsinki, vicino alla sua casa (anche questa molto semplice ma confortevole), edificio bianco con grandi vetrate (elemento razionalista) e andamento curvilineo che da luogo ad una serie di gradonate dove è possibile sedersi (come una sorta di piccolo anfiteatro), con un ritorno alla tradizione romantica nazionale.
Altro edificio pubblico è la casa della cultura (1955-58) ad Helsinki, voluta da diverse associazioni operaie, presenta il tipico andamento curvilineo dovuto ad esigenze acustiche (fatta sia per congressi che per concerti ed è possibile suddividerla in varie parti), è in cemento armato, legno e coperto da mattoni fatti a posta per permettere le curvature. La struttura è chiusa alla parte pubblica con illuminazione dall'alto; collegata ad un corpo più rigido che è quello delle amministrazioni e degli uffici.
Costruisce il politecnico di Otaniemi (1955-64). l’istituto si trova all'esterno di Helsinki vicino ad una new town (nuove città che devono essere autosufficienti), la pianificazione è sua ma costruisce solo l'edificio principale che è la facoltà di architettura.
Per quanto riguarda la parte urbanistica il complesso è organizzato con la parte principale centrale, varie zone di residenza e infine una parte dei laboratori e istituti di ricerca. L’edificio principale si trova al centro del complesso ed è sede delle classi preparatorie e della facoltà di architettura e geodesia; viene denunciato all'esterno da una grande struttura ad anfiteatro completamente vetrata nella parte alta e nella parte più bassa anch'essa a forma di anfiteatro dove è possibile sedere. Anche in questo caso usa mattoni e vetrate.
Vicino c'è la centrale termica (1962-63) con influssi costruttivisti, si tratta di un blocco ampiamente trasparente, mentre una parte è sempre in mattoni rossi.
Partecipa anch’egli alla ricostruzione del quartiere dell'hansaviertel (1952-57) in riferimento alla mostra dell’Interbau a Berlino, si trattava di una mostra del modo di abitare degli anni 50. Aalto presenta un grande edificio di 8 piani con 10 appartamenti per piano di diverso taglio, con due grandi ballatoti che danno accesso ai vari alloggi e che hanno ognuno una estrema privacy. Ci sono i servizi comuni nel seminterrato, come garage, depositi, eccetera.
Altro progetto è la chiesa luterana di Vuoksenniska (1956-58) Imatra, siamo in una zona molto industrializzata quindi con molte ciminiere e il campanile vuole chiaramente differenziassi dalle ciminiere con una forma particolare. Lo spazio interno viene pensato per 800 persone, può essere diviso in varie parti a seconda dell'uso; sono presenti vari altri edifici per i servizi, inoltre presenta uno spazio esterno per le processioni. Interessanti sono le finestre che seguono l'andamento della curvatura (dovuto a motivi di riflessione del suono), utilizza intonaco bianco e legno all'interno.
A Brema, in Germania, costruisce un edificio di abitazione temporanea chiamato torre Neue Vahr (1958-62) in una zona di riqualificazione, edificio di 22 piani con un andamento a conchiglia, in modo che gli appartamenti avessero ognuno con una piccola loggia per non far sentire la piccola dimensione dell'alloggio. Il progetto è composto da due corpi diversi, uno a parallelepipedo con atrio e i servivi da cui si entrano nei vari alloggi che hanno logge molto private.
Una delle ultime opere forse meno riuscite è la Finlandia Talo centro congressi e concerti (1967-75) ad Helsinki, anche questa era una zona riqualificata. Si tratta di un centro congressi e di concerti, con sale diverse a seconda delle esigenze (un grande auditorio da 1700 posti e una sala per la musica da camera da 350), completamente rivestito di marmo di Carrara però l'applicazione del marmo in una zona molto umidi può dare distacco delle lastre se non ben bloccate e aveva avuto problemi di questo genere; si tratta di corpi molto bloccati e abbastanza rigidi con un materiale che non è quello della Finlandia.
A Rovaniemi costruisce una biblioteca (1965-68), presenta anche in questo caso un andamento curvilineo suddiviso in vari corpi, biblioteca dove ripropone l'illuminazione dall'alto con i lucerna i rotondi.
Costruisce la libreria accademica ad Helsinki (1966-69), con una partitura piuttosto rigida in facciata e all’interno si trovano grandi balconate.
Una delle ultime opere sola opera realizzata in Italia e l'unica chiesa cattolica, siamo a Riola con la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta (1975-78), presenta delle caratteristiche aaltiane come la curva delle travi in cemento armato, con una luminosità diffusa proveniente dai lucernari sul tetto; in genere non ha mai avuto successo in Italia.

Costruttivismo russo


Anche in Russia abbiamo più o meno lo stesso percorso che abbiamo visto begli altri paesi, quindi attenzione all’artigianato (si cerca di riqualificare l’artigianato del paese) e attenzione a fare cultura con le masse e per le masse. 
Si hanno anche qui avanguardie, in genere si tratta di movimenti che sono molto spinti e non hanno o non vogliono avere alcun riferimento alla pratica sia in campo artistico che in campo architettonico. 

Nel 1861 si ha la liberazione dei servi della gleba e la volontà di ripresa della cultura del paese (movimento russo panslavico) e dell’artigianato (con la colonia di Abramstevo formata da artisti vagabonsi e la colonia lavoro artigianale a Smolensk, della principessa Tenisheva, con delle piccole case rurali). In questo periodo si vuole acculturale il popolo, stessi temi che abbiamo visto in Germania, in questo caso con Bogdanov e la sua organizzazione per la cultura proletaria (proletkult), che punta al recupero della cultura per mezzo di una nuova unità di scienza, arte ed industria.
Nel 1915 si ha il manifesto del suprematismo di Malevic (e Majakovskij), questa avanguardia vuole ripartire da zero per proporre un nuovo tipo di arte, quindi il pensiero artistico non deve avere nessun riferimento con la realtà. Vengono elaborati da Malevic i planiti (1923-24) che l'uomo può usare, su cui può camminare, facilmente lavabili ed abitabili, comunque un concetto piuttosto astratto; in seguito vengono elaborati gli architektonen (1927) che chiaramente si riferiscono a forme architettoniche.

Dopo la rivoluzione e l’abolizione della proprietà privata viene emanata la legge per l’obbligo di pianificazione urbanistica, anche per impedire le speculazioni edilizie.
Come detto si vuole fare un’arte proletaria e quindi nascerà lo stile costruttivista, le cui indicazioni vengono come sempre date dal potere politico, per esempio Trotsky è per una nuova arte ed architettura, mentre ci sono quelli della vecchia guardia che sono per delle riproposizioni accademiche, quindi non vogliono creare una architettura basata sulla realtà del momento ma una architettura superiore, riproponendo gli stili storici.
Questo stile costruttivista da lo stesso valore sia agli elementi fisici per fare architettura (come acciaio, vetro e legno) sia a quelli intellettuali (luce, colore, piani), una architettura che esprime questo momento rivoluzionario e dove la struttura è messa in primo piano, rivestita in genere di vetro (indice di trasparenza in tutti i sensi); con elementi di dinamismo e di instabilità architettonica.
Si può dire che l'attuale decostruttivismo riprende alcuni temi del costruttivismo. 
Costruttivismo di cui il principale esponente è Tatlin (che per altro segue una corrente che viene chiamata produttivismo), ricordato per il suo monumento alla terza internazionale.
Il costruttivismo si esplica al meglio nelle scuole che sono parallele al Bauhaus, in particolare con gli Inkhuk (istituto per la cultura artistica) e i Vkhutemas (istituti superiori d’arte), che hanno una finalità simile a quella della scuola tedesca.

Tornando al suprematismo viene definito da Malevic come la supremazione dell’arte astratta su quella figurativa; in essa è presente solo il colore, senza alcuna rappresentazione figurativa, supremazia anche della sensibilità pura nelle arti visive sulla rappresentazione naturalistica o espressionistica. 
Il simbolo del suprematismo è il quadrato nero su fondo bianco oppure il cerchio nero su fondo bianco (o la croce), si tratta sempre di figure geometriche e senza riferimento alla realtà. 
Sulla linea del suprematismo è Kljun, sempre con elementi bidimensionali ma in questo caso riscontriamo un certo senso di dinamismo e movimento. 

Importante il fatto che Malevic fonda l'Unovis, associazione di sostenitori della nuova arte, che sono gli studenti della scuola d'arte di Vitebsk, di cui è direttore Chagall (era una scuola di avanguardia), in seguito verrà cacciato. Si sposta a Mosca e unisce l’Unovis con l’Inkuk, unione di breve durata a causa delle molte divergenze e nel 1921 si ha la prima mostra di opere collettive; nel 1922 il gruppo si scioglie definitivamente.
Si sposta a Pietroburgo e vengono elaborati delle progettazione tridimensionali con gli architektonen e i planiti, con le caratteristiche che abbiamo visto. 
Nel 1924 si ha il manifesto suprematista Unovis, che proclama l’avvento di un lavoro collettivo, teso ad interagire con le aspettative della nuova vita collettiva; integrando l'arte con una nuova vita che viene pensata come altamente collettivizzata (teorie che in Russia sono molto più avanzate rispetto ad altri paesi).
In seguito, negli anni 20, torna ad una rappresentazione formale adeguandosi alle direttive del regime, in particolare Stalin vuole un'arte realista e facilmente leggibile anche dal popolo; venne poi arrestato per i suoi rapporti con artisti tedeschi.

Come abbiamo visto si assiste ad un periodo di propaganda post rivoluzionaria, sopratutto con l'Agi-trop (agitazione e propaganda), altro non è che una forma di teatro didattico per la propaganda e l’informazione dell’ideale rivoluzionario presso il pubblico analfabeta; quindi vengono creati il tram di propaganda (1919-20) e comunque con strutture leggere, smontabili e facilmente trasportabili.
Inoltre il messaggio rivoluzionario viene diffuso per mezzo dell’arte grafica come slogan, iconografie evocative e feste di celebrazione della rivoluzione.
Nel 1920 viene organizzato da Meyerhold il teatro d'ottobre, il quale è un teatro antinaturalistico in cui l'artista sembra un artista del circo, un teatro che coinvolge il direttamente pubblico e da queste teorie nasce il teatro totale di Gropius, sulle idee di Meyerhold.

Arriviamo al costruttivismo, siamo nel 1920 e nasce dal gruppo di lavoro nell'ambito dell’Inchik, ovvero l'istituto di cultura artistica a Mosca, il manifesto vuole essere una pubblicazione di propaganda contro l’arte tradizionale, un momento di passaggio dall’astrattismo spaziale suprematista alla costruzione di volumi nello spazio reale. 
Si vuole rappresentate il nuovo clima rivoluzionario con una nuova architettura secondo i principi del collettivizzazione e secondo il sistema dei condensatori sociali (che partono dall’unità abitativa sino alla città), quindi la nuova situazione politica si vuole esprimere con una nuova architettura, che non sia una architettura astratta come voleva il suprematismo ma lavorare sulla città.
Nel 1922-23 si ha il costruttivismo architettonico che ha come membri più attivi i fratelli Vesnin con il progetto per il palazzo del lavoro, il costruttivismo da una notevole importanza al lato ingegneristico della costruzione (tende a dare la supremaziona all’ingegnere rispetto all’architetto) e con una materialità costruttiva contrapposta a leggerezza, trasparenza strutturale e spazialità; si ha perciò una divisione tra i materiali intellettuali (luce e colore) dai materiali fisici (ferro, vetro, legno, eccetera), considerati equivalenti dal punto di vista tematico. Si ha grande interesse per la tecnica e sempre impegno politico.
Il manifesto del costruttivismo è il monumento alla terza internazionale (1919-20) di Tatlin che viene presentato all'expo di Parigi del 1925 e contiene tutte le caratteristiche tipiche del costruttivismo. Doveva essere alto 400 metri, formato da due spirali in ferro inclinate (quindi rottura dell'ortogonalità della fabbrica tradizionale e grande importanza data dalla struttura), all’interno si muovono tre solidi di vetro (con le valenze del materiale). 
Ognuno dei solidi ha un movimento di rotazione diversa, il primo è un cubo (pensato per la sezione legislativa) con una rotazione di un anno, il secondo è una piramide (per la funzione amministrativa) che gira in un mese, e il terzo un cilindro (rappresenta l’informazione) che gira in un giorno.
Quindi struttura in ferro, solidi di vetro e dinamismo, tutto questo in un edificio di grande monumentalità.
Punti fondamentali di questo progetto sono il meccanicismo, l’uso di materiali industriali e la metafora monumentale dell’armonia di un nuovo ordine sociale (fine politico sempre presente).

I fratelli Vesnin, che fanno alcuni progetti come il progetto per il palazzo del lavoro per celebrare l’unione delle repubbliche sovietiche (1922). Viene considerato come un primo esempio di costruttivismo architettonico, con funzionalità distributiva e d’immagine assolutamente nuova dovuta alle esperienze architettoniche dei nuovi artisti.
E’ costituito da un grande cilindro a base ellittica e un volume quadrangolare, su cui si innesta un parallelepipedo di 16 piani; sotto i due volumi passa una stratta e in alto sono collegati da una struttura a ponte, evidente la messa in evidenza della struttura. Vincitore del concorso sarà l’architetto Trotsky che unisce elementi di modernità e tradizionali.
Progetto molto importante è quello per gli uffici del giornale Pravda (1924) a Mosca; in evidenza la struttura, completamente vetrato e ascensori esterni con un movimento dato dall'edificio dal moto degli ascensori e ancora le grandi scritte in cima al palazzo.
Troviamo poi altri progetti di altri architetti.
Nel 1924 muore Lenin e si pensa ad un mausoleo e l’architettura così leggera del costruttivismo non viene ritenuta adatta e viene dato l'incarico a Shchusev (rappresentante dell’architettura accademica), che dapprima costruisce un mausoleo in legno poi in seguito in pietra che riprende la tomba tartara del deserto.

Molto interessante è vedere come la Russia si presenta all'esposizione di arti decorative del 1925 a Parigi con un padiglione di Mel'Nikov (uno degli esponenti più sensibili del costruttivismo), il quale progetta un tipo di architettura costruttivista. 
Nel padiglione dell’Urss all’esposizione di arti decorative il lotto è rettangolare ma viene diviso in due parti da una scala posizionata in diagonale formano due triangoli uguali. La scala porta il fruitore a muoversi anch’esso in diagonale, approccio considerato un po' spaesante. 
Si tratta di volumi in opposizione fra di loro che deformano la propria geometria per dare un certo tipo di sensazione, grande senso di dinamismo e traiettorie diagonali che costringono ad un movimento non naturale del visitatore. 
Altri elementi sono i tralicci in ferro leggeri e tecnici tipici del costruttivismo, come anche la riproposizione all’interno di un club operaio con l’arredo basato sul quadrato.
Mel'Nikov progetta anche la casa del progettista dedicata alla moglie (1927-28), in planimetria sono due anelli nuziali che si incrociano ed interessanti sono le forme delle bucature che fanno entrare luce nell’edificio.

Nel 1923 inizia la Nep (nuova politica economica) e per quello che ci interessa viene fondata da Ladovsky la Asnova (l’associazione degli architetti costruttivisti), inoltre inizia la pubblicazione della rivista Lef di Majakowskij, che porta avanti le teorie suprematiste e dell’arte proletaria.
Nel 1925 viene fondata l’Osa, una associazione di architetti contemporanei che vogliono essere più architetti e più sociologi, per creare una nuova figura professionale.
Con il primo piano quinquennale (1928-33) e i costruttivisti elaborano la teoria dei condensatori sociali, che sono: 
  1. la casa collettiva (in un primo momento la cellula abitativa comprende anche la cucina in seguito viene eliminata), di cui è un esempio il Narkomfin (commissariato del popolo alle finanze di Ginzburg), vengono fatte in questo periodo delle mostre dal aperte dell’Osa dove viene proposta la cellula in seguito ripresa da Le Corbusier; 
  2. altro condensatore sociale è il club operaio, con tutte le funzioni e i servizi che non sono nella casa comune, caratterizzato da una particolare architettura che spicca nel panorama urbano 
  3. altro condensatore l'officina e anche quello cha ha più fondi (in quanto aiuta l’economia); 
  4. infine arriviamo alla città; le teorie urbanistiche per la città vedono una corrente degli urbanisti che vedono la città costituita da un insieme di case comuni e i disurbanisti che vedono queste comunità sparse nel territorio e unite da una viabilità veloce. Da queste teorie nasce il piano per Mosca, una tipologia di nuova città (che è Magnitogorsk) e il progetto della città lineare (di Miljutin), città che si può estende all’infinito, divisa per fasce di produzione e che venne ripresa da Le Corbusier per la Ville Radieuse. 
Nello stesso periodo si ha il concorso per il palazzo dei Soviet, al quale partecipa anche Le Corbusier ma vince Iofan, in seguito si ha lo stalinismo e nel 1932 vengono sciolte dal regime tutte le associazioni artistiche, con la costituzione della Ssa, una federazione statale per un’architettura storicista e trionfalistica.
Nasce il realismo socialista che impone un’arte di facile comprensione da parte del popolo, per volontà di Stalin, con una tipica monumentalità classica.

Nel 1921 Lissirzky (pseudonimo per M. Lisickij) elabora il concetto di Proun, che significa “per l’arte nuova”, che egli definisce “stazione di transito tra la pittura e l’architettura, sulla via costruttiva della nuova configurazione”; si rende conto che le teorie di Malevic possono essere applicate all’architettura e alla città. Con il Proun vuole indicare un ambito creativo senza precedenti fra pittura ed architettura.
Lissitzky (1890-41) é uno dei più attivi esponenti dell'arte russa e la porta anche in altri paesi, influenza anch'egli il pensiero del Bauhaus, è uno dei massimi esponenti del costruttivismo, applica all’architettura le teorie suprematiste di Malevic e viene considerato un ponte tra suprematismo e costruttivismo. 
E’ responsabile della facoltà di architettura all’Unovis e si occupa di vari allestimenti artistici. Si trasferisce in Svizzera per motivi di salute e viene a contatto con varie avanguardie e fa conoscere le nuove tendenze russe, fondando anche una rivista.
Nelle sue rappresentazioni si riferisce all'organizzazione del territorio; nel 1924 fa un omaggio a Lenin ovvero la tribuna di Lenin (1924) progettata con funzione reale di propaganda. Ci sono elementi suprematisti come il cubo nero, da cui si riparte un elemento metallico anche in questo caso inclinato (come in Tatlin o come nel padiglione di Mel'Nikov), quindi dinamismo spiazzante, evidenziato anche dagli elementi che fuoriescono dalla trave in ferro da cui si sporge con grande slancio la figura di Lenin e in cima una grande grafica. Nell’assenza di colore e senza collocazione spaziale viene concepito come un Proun, ovvero un elemento per l'arte nuova.
Sempre suoi sono i grattacieli der Wolkenbügel (1924), che significa una staffa delle nuvole; si tratta di grattacieli che pensava di collocare lungo una sorta di boulevards che circondava il centro di Mosca, in cui la parte verticale era solo di sostegno e quella orizzontale era la zona utile. Rappresenta la risposta russa al grattacielo americano, come forma socialista del grattacielo.

Nel 1931 si ha il concorso per il palazzo dei Soviet, in risposta al palazzo delle nazioni a Ginevra del 1927, vengono chiamati in Russia tutti gli esponenti del razionalismo moderno; il progetto vincitore è di Jofan di impronta costruttivista, ma venne notevolmente ridimensionato. Come abbiamo visto anche Le Corbusier fa un progetto nel quale riprende la corrente costruttivista del paese con la struttura in vista e nelle pareti vetrate.

Nel 1927 si ha una mostra dell'Osa dove troviamo gli appartamenti duplex con la galleria centrale, da cui Le Corbusier riprende la cellula di Marsiglia. Nel 1928 si ha un progetto per un modulo di cucina compatta sempre in direzione della collettivizzazione, stesso tema che è ripreso dal Weissenhoff con la cucina razionale di Oud; tutto questo fa si che non si abbia spreco di spazio per rendere la casa più vivibile. In tutti i paesi il tema è sempre lo stesso, si tratta di dare una casa a tanta gente.

Coma abbiamo detto dal 1928 si ha il primo piano quinquennale e gli architetti moderni propongono nuovi tipi edilizi e urbanistici come i condensatori della nuova vita sociale e al primo livello troviamo la casa comune; un primo modello è del 1929 con il progetto di casa comune per la RSFSR di Vladimirov e Bartch, in cui la casa è la sola cellula letto, tutto il resto è collettivizzato.
Ginzburg lavora allo stesso tema ma con dei modelli transitori, dapprima si riduce la cellula abitativa e si danno dei servizi comuni, ma lascia la cucina, con il modello della cellula di abitazione tipo F per lo Stroikom (1929), si tratta di un modello che viene poi costruito da altri due autori.
Costruisce invece la casa collettiva del Narkomfin (1929), un edificio che è stato creato per il commissariato delle finanza. Si ha un edificio in cui si ha la parte di cellule per la famiglia (circa 50 famiglie), una strada interna e un altro collegamento sulla copertura per andare all'edificio attiguo per i servizi comunitari (palestra, mensa, lavanderia, asilo, officina, eccetera); sono 5 piani serviti da due ballatoi esterni al primo e al quarto piano, che conducono agli ingressi degli alloggi, che sono di varie tipologie. Parallelamente al ballatoio del primo piano corre una “veranda”, pensato come luogo luminoso di incontro tra gli abitanti. Le funzioni previste subiscono variazioni dopo breve tempo.

I club operai vengono chiamati in un primo luogo palazzi della cultura e contengono in genere teatri in seguito vengono ospitati i servizi che non vi sono nella residenza. Ve ne sono vari esempi come quello di Golosov, il club Zujev a Mosca (1929), che abbiamo già visto in riferimento a Terragni, anche in questo caso l'angolo delle scale è un cilindro in vetro che viene tagliato da dei solai ad angolo. Anche Melnikov ne costruisce uno a Mosca, il club Rusakov (1928), un edificio di grande energia e potenza con elementi di grande aggetto rispetto al corpo centrale.
Terzo grado di condensatori sociali è l'officina, la progettazione non viene affidata agli architetti moderni che non hanno una organizzazione così consolidata come gli accademici. Infine si arriva alla città, con il discorso urbanistico e le teorie di urbanisti e disurbanisti.
Nel piano di Mosca del 1930 viene pensato uno spostamento delle popolazioni lungo delle vie di comunicazione con case di modeste dimensioni, mentre i centro rimarrebbero solo i monumenti. 
Sempre nel 1930 si ha il progetto per Magnitogorsk, secondo la teoria dei disurbanisti i vari insediamenti sono collegati da una grande strada di 32 km.
Infine lo schema della città lineare di Miliutin (1930), che riprende lo schema tradizionale ma non viene accattata dal regime. Si tratta di una città socialista formata da 6 fasce parallele (con ferrovia, industria, zona verde con autostrada, residenze e scuole, parco e zona agricola), da cui riprende Le Corbusier sia per la ville radieuse sia per un piano realizzato in Cecoslovacchia per la fabbrica di scarpe Bata, dove unisce la città e la fabbrica attraverso un'asse viario zonizzato, lungo il quale si sviluppano varie attività.

Nel 1930 inizia lo scontro politico fra il regime e gli architetti moderni, prima in campo urbanistico, dove affossa brillanti ed innovative ricerche per la città moderna, poi nelle scelte architettoniche. Il messaggio innovatore del movimento moderno, presente in Russia attraverso il costruttivismo, viene frainteso anche per la modestia delle effettive capacità tecnologiche del paese.

Razionalismo Italiano


Il razionalismo italiano nasce nel periodo del fascismo e si vuole proporre come architettura di regime; all'inizio viene accettato dall'ordine degli architetti fascisti e da Mussolini, in seguito verrà osteggiata dallo stesso regime. 
In questo momento ci troviamo alla fine della prima guerra mondiale, si sviluppa un linguaggio classico onirico e sognante come quello della pittura metafisica di De Chirico (che dipinge tipici elementi di città classiche, in particolari porticati vuoti o con pochissime figure, con una organizzazione schematica e prospettica). 
In questo clima di novità, pur nella riproposizione classica si trova in Giovanni Munzio, con la sua prima opera a Milano che viene chiamata casa brutta (1919-22); giovane progettista che lavora in uno studio di ripresa stilistica; in questa sua prima opera utilizza elementi del linguaggio classico assemblandoli in una maniera libera, sono due blocchi collegati da un portico a seriana (anche questo molto semplificato). In facciata posiziona delle nicchie e altri elementi presi da una repertorio classico, si può considerare un precursore di quello che sarà il razionalismo.

Il razionalismo italiano nasce 10 anni dopo rispetto all'europa del nord, proprio per le condizioni politiche e sociali del momento, nasce sotto l'impulso si giovanissimi laureati o non ancora laureati del politecnico di Milano, che nel 1926 si fanno chiamare il "gruppo 7" (perché sono in sette). Principale personaggio è Carlo Enrico Rava (figlio di un gerarca del fascismo, cosa che gli permette di progettare molto), gli altri sono Larco, Frette, Figini, Pollini, Terragni, in un primo momento Castagnoli, poi sostituito da Libera. 
Di questi Rava e Larco lavoreranno insieme sino a che Larco non torna in Cile (dove era nato), come anche Figini e Pollini (che lavoreranno per Olivetti), Terragni è forse il più interessante, ha come collaboratore per molto tempo Lingeri; infine Libera che lavora a Roma, personaggio chiave perché a contatto con i centri di potere centrale, come Piacentini, architetto del regime. 
In un primo momento il gruppo vorrebbe non avere visibilità, per non scontrarsi con il mondo dei progettisti classici o quelli dello stile littorio e di Piacentini; infatti in questa fase il regime vuole rifarsi sopratutto alla classicità (tipo antica Roma), la quale viene stemperata con elementi presi ad esempio dalla secessione, con degli elementi di maggiore innovazione.
Il gruppo 7 si presenta al pubblico con 4 articolo sulla rivista “Rassegna italiana”, questi articoli possono essere considerati il manifesto del razionalismo italiano. Scrive a nome del gruppo Rava, il quale dice che la nuova architettura deve rifarsi alla logica e alla razionalità, però bisogna avere una certa continuità con la tradizione e non vengono condivise le tendenze estremiste; infine la nuova architettura non deve essere paragonata alle epoche antiche cercando una mediazione tra novecentista e l’eredità dinamica del futurismo.
Ovviamente i membri del gruppo 7 conoscono tutti i movimenti di avanguardia e per quanto riguarda il futurismo dicono anche che sono interessati anche se con qualche restrizione, in quanto l’architetto del futurismo, Sant’Elia, non ha mai disegnato una pianta o un prospetto. Sono interessanti al costruttivismo, al Deutscher Werkbund e tutte le idee che porta; nel 1927 vengono anche invitati alla mostra del werkbund di Stoccarda e si presentano con un progetto per un piccolo albergo di montagna di Libera, il quale insieme a Rava e Pollini vanno a Stoccarda e durante questo viaggio vengono influenzati dalle nuove idee dei movimenti europei.
I loro lavori sono pubblicati su varie riviste tedesche (come la “Moderne Bauformen”), poi vengono pubblicate anche su riviste italiane come “Natura” e “La casa bella”, rivista che dal 1930 è diretta da Pagano e Persico, architetti estremamente coinvolti nei problemi della nuova architettura e che cercano di proporre una architettura razionalista.
Nel 1928 la prima esposizione dell'architettura razionalista italiana al palazzo delle esposizioni di Roma, patrocinata dal sindacato degli architetti fascisti. Si tratta sopratutto di progetti (perché in realtà come gruppo costruisce solo un edificio, che sarà la casa elettrica) e chiedono l'aiuto del partito proprio per poter costruire.
I temi di riferimento sono sempre l'edilizia pubblica, sociale, la fabbrica e tutti i temi del Weissenhof. Interessanti i progetti dell’officina per il gas si Terragni, il progetto per un palazzo di uffici di Larco e Rava; unico progetto realizzato quello dell'albergo agli scavi di leptis magna ad homs in Libia (1928-29) perché Rava aveva avuto vari incarichi nell’edilizia delle colonie (perché il padre era governatore del territorio); altri progetti sono quelli della casetta economica di tipo operaio, sempre di Larco e Rava; l’albergo in mezzo alle montagne di Libera; interessante discorso decostruttivista per la torre dei ristoranti di Ridolfi e il teatro armonico di Vietti.
Nel 1930 viene costituito il movimento italiano degli architetti razionalisti (Miar) che ha sede a Milano, Torino e Roma, unico edificio costruito è la Casa Elettrica, poi ognuno degli architetti prende la sua strada, proposta alla quarta triennale di Monza (poi trasferita a Milano); casa commissionata dalla Edison, dove vediamo un chiaro esempio di razionalismo.
Nel 1931 iniziano i problemi, si ha la seconda esposizione dell'architettura razionale nella galleria Bardi di Roma. Bardi era un critico e aveva scritto un rapporto sull'architettura razionalista dicendo che è l'unica che può rappresentare il regime, per questo ottengono l'appoggio del sindacato degli architetti fascisti e l'inaugurazione viene fatta da Mussolini. Appoggio in seguito revocato perché nell'ambito della mostra viene progettata la “tavola degli orrori”, in cui alcuni avevano creato un fotomontaggio con tutte le architetture peggiori di quelli che riprendevano gli schemi classici e che erano tutti facenti parte del sindacato degli architetti fascisti. 
Viene sciolto il Miar e viene fondato il Rami (Raggruppamento di architetti moderni italiani), che cercano di mediare tra il razionalismo e lo stile littorio; tuttavia prevale lo stile littorio di Piacentini, molto eclettico che media tra classicismo, architettura novecentista e le proposizioni di rottura del futurismo e secessionismo.
Tra i vari progetti che vengono esposti alla seconda mostra ricordiamo le casette popolari di Libera, la palazzina ad appartamenti a Roma di Ridolfi, ma in genere ripropongono tutti gli schemi classici del razionalismo.

Nel 1932 viene costruito il campus universitario di Roma (la Sapienza), ovviamente il progettista e Piacentini e quindi si tratta di una opera in stile littorio (solita grandiosità e richiamo all’antica Roma), però chiama a collaborare altri 9 architetti, i quali hanno la possibilità di lavorare con più libertà sopratutto nei portali di ingresso. 
Caratteristiche comuni sono la grande imponenza con un altissimo portale e la scalinata, che riprende elementi classici liberamente reinterpretati. 
A questo progetto lavora anche Giò Ponti, con l’istituto di matematica (molto libero), ma anche l’istituto di ignee e fisica di Pagano, l'istituto di botanica di Capponi (con l’elemento dell’angolo vetrato), che possono essere considerate le più interessanti e personali.
Nel 1932 Libera ha l'incarico per l’allestimento la mostra del decennale della rivoluzione fascista, organizzata nel palazzo delle esposizioni, si trattava di un palazzo ottocentesco nella cui facciata Libera applica 4 grandi fasci littori e una grande X, che indica il decimo anniversario. 
Interessante il sagrario dei martiri, elemento circolare con fasce che si illuminano, al centro una croce rosso sangue e in sottofondo la canzone “giovinezza”, inno del fascismo. Interessante anche l'allestimento di Terragni in quella che viene chiamata sala O, dove organizza un rilievo a parete dinamico costituito da elementi grafici, plastici e fotografici.
Dal 1934 si ha il declino del razionalismo a causa della forza dello stile littorio e per il fatto che non vengono dati grandi incarichi ai razionalisti, anche se poi gli autori più interessanti costruiscono opere importanti, come la stazione di Firenze (1932-35) di Michelucci e il gruppo toscano (gruppo di giovani razionalisti), progetto molto difficile ma di grande modernità. Il complesso si trova vicino alla chiesa e lo si vuole legare al tessuto storico attraverso la pietra. Edificio che ha una netta orizzontalità, molto chiuso e tagliato da elementi di vetro termolux che illuminano la biglietteria, il percorso per i treni e la galleria per la sosta delle auto. Importante il fatto che riescono and integrarsi nell'ambiente attraverso queste masse in pietra.

Molto importante in questo periodo è il tema dell'urbanistica, dove il fascismo propone una ottica antiurbana, non a caso molte fasce della popolazione sono state portate da una parte all'altra dell'Italia con con la costruzione delle città di nuova fondazione, in seguito alla bonifica di ampie zone paludose. 
Personaggio importante per quanto riguarda la politica urbanistica è Gustavo Giovannoni (18-1947) presidente della facoltà di architettura di Roma. Giovannoni ha ben precisa una idea, ovvero il fatto che bisogna regolamentare la pianificazione urbanistica e formare un architetto che si occupi anche di urbanistica. 
Nel 1930 viene fondato l’istituto nazionale di urbanistica, nel 1931 inizia la pubblicazione della rivista “Urbanistica” e nel 1932 quella della collana di urbanistica; nel 1937 si ha il primo congresso nazionale di urbanistica, dove si delinea il fallimento della politica antiurbana del fascismo.
Come detto il fascismo propone una politica antiurbana, grazie anche alla bonifica dell’agro pontino, il recupero di 150.000 ettari nei quali vengono costruite 6 nuove città in brevissimo tempo, in genere nel Lazio e intorno a Roma (Littoria, Sabaudia, Aprilia, Pontinia, Guidonia, Pomezia, ma anche Carbonia e Portoscuro).
Le nuove città hanno sempre uno schema piuttosto rigido e improntato agli schemi dettati dal partito, quella forse più interessante è Sabaudia.
Giovannoni propone il concetto di salvaguardia dell'ambiente in cui è inserito un monumento antico sottolineando il legame tra il monumento e la struttura urbana, in contrasto con la politica del redime che voleva lo sventramento dei centri storici, con la politica denominata del “piccone risanatore” (come a Genova in Piazza Dante), politica che prevedeva la demolizione della zona di centro storico da risanare, il posizionamento degli abitanti del centro in altre aree della città, destinando la zona al terziario, con la costruzione di palazzo sempre con un tono molto aulico, portici molto alti, eccetera. Alla fine Giovannoni poi si adegua a questa politica.
Nel 1931 si ha un piano regolatore di Roma di Piacentini, con aperture di squarci prospettici nel tessuto urbano monumentale, come per esempio Via della Conciliazione, che dal fiume porta a San Pietro. 
Sventramenti che fanno anche parte del concetto di Haussman, fatti anche perché un tessuto minuto è più difficile da controllare rispetto ad un grande viale. 
In questo ambito si colloca il progetto di Mussolini di creare la terza Roma, espandendo la città verso i monti e i colli Albani (con quella che viene chiamata via dell'impero), ma espandendosi anche verso il mare e quindi verso Ostia. Vengono quindi costruiti il quartiere della Garbatella (allora quartiere popolare) e dell'Eur (con edifici molto monumentali e richiami alla Roma antica), quartiere che doveva essere per l'esposizione dei 20 anni del fascismo, primo passo per creare questa città lineare tra Roma ed Ostia. 
Molto interessante il quartiere dell’Eur, un piano che doveva avere delle caratteristiche precise, quindi molto monumentale, richiami alla Roma antica, sovradimensionamento, eccetera. I lavori però vanno a rilento e nel 42 inizia la guerra e i tedeschi ne distruggono la maggior parte, ora è una zona molto rinomata. 
Viene costruito in questo ambito il palazzo delle esposizioni di La Padula (una sorta di Colosseo cubico), il piano generale era di Piacentini, Pagano, Piccinato, Rossi e Vietti del 1937, con un grande asse tagliato da altri assi perpendicolari e doveva anche esserci un arco in puro alluminio di Libera.
In questo ambito vengono costruiti il palazzo delle poste e dei telegrafi, il concorso per il palazzo della civiltà italiana e il palazzo dei congressi, in tutti i progetti vediamo quello che è lo stile littorio, quindi come sempre monumentale, ripetitivo, grandi porticati, riproposizione del pronao in maniera più semplificata.

Giuseppe Terragni (1904-1943), viene considerato il più sensibili degli esponenti razionalisti e lavora spesso con Lingeri. Il suo primo incarico gli viene dato a 23 anni nel 1927 a Como da un rappresentante di una cooperativa (Novocomum), il suo obbiettivo era quello di concludere un lotto costruito in posizione angolare; dapprima il progetto di Terragni è di tipo tradizionale poi durante la costruzione presentano un progetto razionalista. 
Si tratta di un immobile di grandi dimensioni con una pianta a C, sopratutto è interessante vedere come lavora negli angoli, dove si ha uno slittamento delle masse, arrotonda l’angolo, rientra con il corpo scale vetrato, su cui fa appoggiare pesantemente l’ultimo piano concluso ad angolo retto. Fra l’altro questa modalità di lavoro riprende un’opera russa a Mosca tipica del costruttivismo russo di Golosov ovvero il club operaio ZuJev (1926), vedremo che saranno molto importanti i club operai in Russia, considerati dei condensatori sociali, dove vengono svolte tutte le attività che non è possibile svolgere nell’ambito della residenza, normalmente questi progetto hanno una identità formale ben chiara nell’ambito della struttura cittadina, con la messa in risalto del fatto strutturale tipica del modo di lavoro del costruttivismo, con grande utilizzo di vetro. 
Questo edificio prende il nome di Novocomum che era la cooperativa che da l’incarico a Terragni, per il resto oltre al corpo scala ad angolo troviamo le solite caratteristiche del razionalismo, tetto piano, intonaco bianco, infissi senza cornici, eccetera.
Sempre di Terragni un omaggio a Sant’Elia con un monumento ai caduti (1931-32), possiamo riscontrare una netta somiglianza tra i disegni di Sant’Elia per la città nuova (in particolare la centrale elettrica) con il monumento di Terragni, questo ci fa vedere la conoscenza e l’influenza che ha il futurismo sul razionalismo anche se viene criticato per la sua mancanza di realizzazione.

L’opera più importante di Terragni è la casa del fascio a Como (1932-36), considerato l’edificio manifesto del razionalismo italiano. La casa del fascio era edificio che non aveva riferimenti culturali antecedenti, in questo caso l’architetto lo risolve in una maniera assolutamente razionalista. Terragni parte da una idea del fascismo di Mussolini, il quale riteneva il fascismo come una casa di vetro e quindi anche qua vuole creare una struttura facilmente penetrabile.
 L’area sulla quale si trova ad operare è di ridotte dimensioni e faceva parte di un progetto che partiva dalla cattedrale, dalla quale si dovevano vedere due edifici speculari, ma ne venne costruito solo uno, la casa del fascio.
L’architetto utilizza un impianto classico, sulla linea di pensiero tipica del razionalismo e del regime, che vuole sempre partire da premesse riferite al classicismo, quindi la casa del fascio è un mezzo cubo rivestito in marmo che viene posto su una breve gradinata (a dare monumentalità), entrate totalmente aperte e possibilità di eliminare completamente le vetrate che si trovano al piano terra per permette un contato tra la folla e l’interno dell’edificio, dove si ha una sala riunioni con un altare commemorativo dei caduti, considerato centro spirituale dell’edificio.
Oltre il volume del mezzo cubo riscontriamo altri tracciati regolatori che scandiscono e controllano la facciata, quindi sempre dei metodi classici che vengono applicati su una architettura razionalista.
L’edificio si svolge su un quadrato, con un grande cavedio interno, chiuso al secondo piano da vetro-cemento, in modo da dare luce al piano sottostante a doppia altezza; facciate scandire in maniera pressoché uguale e comunque razionalista, tranne la facciata sul retro che presenta una scansione diversa e forse riferita, secondo la critica, alla progettazione del Palladio.

Progetta per il concorso del palazzo littorio (1937) a Roma, concorso non ebbe esito ma prevedeva una serie di uffici e una parte di grade rappresentatività; in questo caso  partecipa con due progetti, di cui solo uno arriva alla seconda parte del concorso. 
La sua progettazione presenta una grande muro curvo, rialzato rispetto al terreno sorretto da delle grandi travi reticolari non visibili dal basso, mentre sul retro venivano collocati gli uffici (con il palazzo della rivoluzione); quindi lavora con dei solidi molto semplici che incastra e di grande effetto la grande facciata di granito rosso. 
Nella seconda progettazione propone un lotto triangolare concluso da una grande torre e a seguire i vari palazzi, aumentando di altezza a seconda delle disponibilità.
Progetta anche la casa Rustici a Milano (1933-35); si tratta di un intervento che incide con particolare forza sul tessuto urbano, sono due blocchi paralleli connessi da dei passaggi. Si tratta di case da rendita immobiliare e all’ultimo piano si trova l’appartamento del proprietario; le due masse sono ampiamente aperte sull’ambiente attraverso l’uso di balconi.
Nell’asilo infantile di Sant’Elia (1936-37) presenta nuovamente una pianta quadrata, interessante vedere come la struttura sia portata all’esterno rispetto al blocco delle aule, le quali sono arretrate e vetrate aprendosi sull’ambiente esterno; particolare la soluzione per creare ombra alle ampie vetrate con l’uso di teli che possono essere tesi tra l’architrave della struttura portata in aggetto e il blocco arretrato. Grande orizzontalità, anche se di dimensioni ridotte e risolta in maniera brillante.
La villa bianca viene costruita per il cugino (1936-37) a Seveso, si tratta di un blocco parallelepipedo movimentato da elementi in aggetto come le pensiline o come la scala che porta al terreno circostante, elementi che ci possono ricordare il de stilj, inoltre riscontriamo la ripresa delle finestre a nastro tipica del razionalismo.
Interessante anche il progetto per il Danteum a Roma (1938), si tratta di un centro studi in relazione a Dante vicino al Colosseo a cui Terragni risponde con una metafora una sorta di labirinto a cui si accede attraverso una scaletta e si entra in una sala fitta di colonne, corrispondente all’inferno, il percorso continua con il purgatorio e infine si sale per arrivare al paradiso con 33 colonne di cristallo; progetto molto ammirato da Le Corbusier in una mostra dedicata proprio a Terragni.
Costruisce anche la casa Giuliani-Frigerio a Como (1939-40) dove si hanno due scatole una dentro l’altra e lievemente spostate (gli appartamenti hanno infatti quote diverse), con la ripresa degli elementi che conosciamo bene.

Interessante la Casa Solari a Santa Margherita Ligure (1925-28), costruita da Larco (1901-?) e Rava (1903-1966), uno dei maggiori fautori del razionalismo. Quello di Santa Margherita è un incarico ottenuto da giovanissimi da parte della famiglia Solari, che vuole appartamenti per se e alcuni in affitto; lavorano sentendo chiarissimamente gli influssi di Hoffman, del rigore della secessione e della semplicità del razionalismo, che vengono fusi insieme in una maniera originale. 
L’impianto della casa è simmetrico e si trova arretrata rispetto al fronte della strada, l’entrata divide alloggi simmetrici, la cui partizione interna non presenta alcuna novità, ma rispetta gli schemi usuali dell’architettura dei primi del 900, come pure i materiali interni, con un disegno molto semplice e decisamente poco innovativo. 
Interessante la facciata divisa in varie parti, sotto troviamo un piano seminterrato che presenta delle lesene scanalate, tipiche del linguaggio di Hoffman (delle case di campagna); il primo piano viene segnalato da un rivestimento in terracotta in cui sono tagliate le finestre, chiarissimamente ripreso da Hoffman (in particolare dal padiglione dell’Austria all'esposizione di Parigi del 1925), l’ultimo piano è estremamente semplice, intonacato di bianco e solamente nella bucatura sopra il portale di accesso, che presenta un sostegno ripreso sempre dall’architettura di Hoffman. Seguendo la tradizione settecentesca abbiamo negli altri prospetti un breve risvolto sugli angoli e poi intonaco bianco; interessanti anche la presenza di alcune formelle con bassorilievi tipici del gusto di questo momento, come nella ceramica di Giò Ponti.
Possiamo definire questo intervento come protorazionalismo, come possiamo riscontrare anche nell’uso del colore, con il piano terra verde, sopra color cotto ed intonaco bianco. Infine al piano seminterrato si hanno delle finestre ad oblò, caratteristica tipiche del razionalismo.
Progettano anche una villa in collina a Rapallo (1931) e la villa di San Michele di Pagana (1931). Nella seconda presenta riferimenti chiari al clima marino, gli oblò e altro elementi a salvagente, piano terra porticato, riproposto il pronao in scala razionalista in facciata, definita da questo elemento e da sottilissimi pilastri, più o meno le stesse caratteristiche si ritrovano nella villa in collina a Rapallo.
Costruiscono una villa a Portofino (1933-34), ci troviamo sugli scogli con al primo piano una grande terrazza, in collegamento con questa casa c’era anche un giardino che si conclude con una esedra di scansione classica.
Larco lavora sopratutto nelle colonie con una architettura che tiene molto conto del clima e dell’architettura autoctona unendoli a influenze dell’architettura classica, secondo le indicazioni del pensiero fascista e del razionalismo italiano che vuole essere rappresentativo di questo regime.

Altri due esponenti del gruppo sono Figini (1903-1984) e Pollini (1903-1982), lavora insieme per tutta la vita (entrambi membri del Ciam), importante il loro incontro con l’industriale Olivetti ad Ivrea, il quale capisce l’importanza che l’architettura del momento poteva dare all’industria. Insieme costruiscono nel 1934-35 nuove officine Olivetti, molto aperta e copertura a shed, più interessante viene considerato l’ampliamento con interno molto libero per adeguarlo alla produzione. Progettano anche gli alloggi per i lavoratori e l’asilo nido (1939-40) sempre a Ivrea, costituito da un edificio con senso orizzontale, che si collega con la zona della scuola all’aria aperta attraverso quella che chiamano passeggiata pedagogica. Sul retro si hanno le abitazioni che sono una serie di case a schiera, in cui la facciata sud e molto aperta mentre quella a nord è chiusa con piccole finestre, sono case su due piani più il piano a terra di 2,20 m che poteva essere chiuso, usano il mattone per la muratura e struttura di travi in cemento armato prefabbricato.

Arriviamo a Libera (1903-1963), che rappresenta il collegamento con Roma e la voce del G7 e in particolare con Piacentini. Segretario del Miar, nel 1926 aderisce al gruppo sostituendo Castagnoli, partecipa al Weissenhof a Stoccarda, organizza la mostra del decennale della rivoluzione fascista, nel 1938 vince il concorso del palazzo dei congressi del 1942 che non viene eseguito e l’arco simbolico in puro alluminio.
Costruisce la villa Malaparte (1938-40) a Capri sopra un grande scoglio. Malaparte era uno scrittore importantissimo, la sua progettazione assomiglia ad una sorta di nave ma inserita nel verde, con una scalinata che porta alla copertura dove c’è una sorta di frangisole, che si affaccia sul mare, come aperto sul mare è lo studio del poeta al secondo piano, mentre sotto ci sono le stanze per gli ospite e i locali di servizio. Ebbe un periodo di degrado poi venne ristrutturata.
Costruisce anche un villino per la società Tirrena ad Ostia (1933) e partecipa anche alla costruzione del villaggio olimpico (1957-60) a Roma, in particolare il quartiere per gli atleti,(poi riconvertito per 1500 famiglie di impiegati statali, perché costruito dall’istituto nazionale case impiegati dello stato), la pianta cruciforme su pilotis e sono presenti grandi spazi verti; il collegamento con la parte a nord di Roma doveva venire attraverso il viadotto di corso Francia di Nervi.
Progetta e costruisce la cattedrale di Spezia (1956-69), realizzata postuma da Galeazzi, si tratta di un edificio circolare che prende luce dall’alto e il progetto è organizzato con lo studio della piazza retrostante anch’essa circolare.

Altro di questi autori è Moretti (1907-1973), ha lavorato molto per il fascismo, come per l’accademia della scherma nel Foro Italico (1933-36) che presenta caratteristiche di monumentalità, edificio molto chiuso in marmo bianco, organizzato con due corpi, uno con uffici e l’altro con la sala da scherma (che si toccano per un angolo), la parte più interessante è quella della sala, la cui copertura ha una struttura con due travi reticolari che si incrociano in una finestra che da una luce diretta.

Vediamo anche Gardella (1905-1999), progetta con Aldo Rossi il Carlo Felice e la facoltà di architettura a Genova; a Venezia costruisce la casa alle zattere (1957) prospiciente il canale e l’isola della Giudecca, si tratta di un edificio di impostazione moderna ma nella scansione di prospetto riprende degli elementi dell’ambiente veneziano; notevole attenzione all’ambiente e ai suggerimenti del cantiere, tipico della sua mentalità. 
Nell’ambito del razionalismo costruisce il dispensario antitubercolare (1936-38), un edificio a parallelepipedo in cui introduce nell’impostazione razionalista la luce e il colore, con mattoni rossi e insieme dell’intonaco bianco. Troviamo al piano terra la sala di attesa indifferenziata e tutti gli ambulatori, mentre sopra si trova un solarium e i vari ambienti di servizio. Usa i materiali con sensibilità pittorica per dare una nota di colore, da sottolineare l’entrata non in posizione simmetrica ma decentrata rispetto alla facciata.

Altro autore Cattaneo (1912-1943), lavora anche lui per Olivetti con progetti per alberghi del 1942 a Ivrea, dove fa una differenziazione per l’albergo di soggiorno, a lama, e quello si sosta, orizzontale. Progetto particolare è quello di casa per la famiglia cristiana (1942), si ha una sorta di insula romana, viene pensata per un rinnovo del nucleo famigliare ogni 50 anni e all’interno nell’insula possono essere demolite delle parti però il muro di cinta di perimetrazione il lotto, ma l’ambiente d’ingresso e quella della sala della famiglia non devono essere modificati.

Arriviamo infine a Daneri (1900-1872), fa parte della razionalismo italiano e grandissimo ammiratore e stretto seguace delle linee di Le Corbusier, costruisce per esempio la casa del fascio a Sturla (1938), la parte alta della casa ricorda molto da vicino la villa Sovoye mentre nella parte verso il mare ha vari piani. 
Costruisce anche le case alte alla foce in piazza Rossetti (1934-58) in base al piano regolatore di Genova del 1932, il quale prevedeva varie aree e in questa zona si vogliono demolire i cantieri navali per realizzare una zona di divertimento con alberghi, ristoranti, bar, eccetera. Il progetto vincitore non è il suo, che viene però costruito in quanto ritenuto più moderno, infatti si ascrivono al razionalismo e alle linee guida del movimento moderno; particolare il fatto che tutti i palazzi sono uniti al primo piano da una piastra sovrastante un alto porticato.
Infine il forte Quezzi, chiamato Biscione (1956) dove lavora con molti altri architetti, anche questo riprende il concetto dell’Unité d’habitation, con una galleria centrale che doveva ospitare più che servizi comuni, doveva rappresentare una zona di aggregazione per le famiglie che vi abitavano.