Siamo nell'ambito della seconda mostra del Werkbund che viene organizzata la Lilly Reich e Mies a Stoccarda nel 1927, in questa occasione la città concede un appezzamento di terreno per costruire una mostra del nuovo modo di abitare. Direttore è Mies, il quale organizza anche la parte urbanistica, che non è considerata di particolare interesse, in quanto riprende i temi del momento, come l’indipendenza della strada rispetto alla casa, la circolazione veicolare e pedonale che devono essere indipendenti e affida a tutti gli architetti più interessanti del momento i vari lotti, Mies si tiene il più grande.
Venne quasi completamente distrutto dalla guerra ed alcune case vennero poi ricostruite.
Questo insediamento si chiama Weissenhof che significa villaggio bianco e il bianco è il colore guida del movimento, come anche il tetto piano e le grandi terrazze, proprio per questo al tempo veniva considerato come un villaggio arabo.
Questa esposizione fa vedere come tutti gli autori del momento tendano ad esprimersi con le stesse caratteristiche, secondo questo concetto del funzionalismo, con un certo tipo di costo e di tempo di costruzione (in teoria una casa per la massa), tutti sulla stessa linea di pensiero. Da questi intenti comuni nasceranno il Ciam (congressi internazionali di architettura moderna), che fanno vedere la convergenza di questi artisti sulle stesse tematiche ed interessi.
Ognuno degli edifici è un prototipo di casa quindi di può dire che vuole essere un modello di città, in quanto ognuna di queste abitazioni può essere riproposta su larga scala.
La facciata in intonaco bianco e serramenti neri, gli ingressi sono segnalati attraverso dei balconi che aggettano sull'ingresso; si tratta di 4 piani (in quanto si riteneva che dal quinto in su si dovesse utilizzare l'ascensore) mentre nella terrazza troviamo vari servizi e con varie pensiline; sono presenti quattro corpi scala ognuno dei quali serve due alloggi.
La casa in cemento armato è una riproposizione della casa mediterranea, con la tipica scala esterna al corpo di fabbrica. Lo spazio del piano terra è occupato da pilotis, ai piani superiori troviamo la cucina e il soggiorno (a doppia altezza) e su cui si affaccia un solaio dove si ha la camera matrimoniale ed il bagno, si sale ancora e si arriva alla stanza da letto per i figli organizzata per dare privacy hai due figli.
Le finestre sono spesso a nastro e lo stesso modulo della finestra viene composto in maniera diversa per creare aperture di piccole dimensioni oppure, nelle facciate più corte, composte per creare grandi vetrate a nastro.
Passiamo alla casa in acciaio, dalla pianta del piano terra (con i tipici pilotis) vediamo che si accede attraverso una piccola scala che porta ai due appartamenti per piano, dove si ha un corridoio di dimensione ridotta. Da sottolineare come i pilastri siano arretrati rispetto al fronte della facciata e il tetto giardino con una zona studio dedicata.
Interessante l’uso del colore a seconda dell'incidenza della luce, elemento caratteristico della progettazione di Le Courbusier, anche qui colora le pareti con questi due toni, rosso o blu.
Partecipa anche Stan (1899-1986) il quale costruisce le tre case a schiera. Anche in questo caso si parte da un progetto che doveva essere per un ceto operaio ma alla fine progetta una casa per un ceto più abbiente. La sua abitazione, pur rispettando le caratteristiche del razionalismo, non è bianca ma azzurra, solite caratteristiche di spazi liberi, grande vivibilità con grandi vetrate e spazi aperti.
Troviamo poi Poelzig, con la sua casa unifamiliare, anche in questo caso per un ceto più ricco dove ha fatto molta attenzione all'orientamento e all'isolamento, solite grandi terrazze e spazi di notevoli dimensioni che qui usa secondo le richieste della progettazione il tetto piano, in realtà Poelzig era noto per i suoi tetti complessi e per le case a più piani.
Infine vediamo Beherens con la residenza plurifamiliare, rappresenta la generazione precedente e presenta una progettazione che viene considerata un po' romantica e non rispondete ai temi della residenza di massa, di cui si era occupato. Si hanno poi altre case sempre con le stesse caratteristiche funzionaliste.
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