Ludwing Mies Van der Rohe (1886-1969)


Nasce ad Acquisgrana nel 1886 e muore negli Stati Uniti a Chicago nel 1969. La sua è una famiglia modesta, frequenta la scuola di arte e mestieri di Acquisgrana e si trasferisce a Berlino dove lavora nello studio di Bruno Paul. Sempre a Berlino si dedica all'architettura presso lo studio di Behrens (che risente dell'influenza di Schinkel) da dove passano tutti i grandi del movimento moderno. Nello studio di Beheres farà anche un progetto in scala 1:1 del museo in Olanda.
Nel 1913 apre un suo studio a Berlino e si sposa con la figlia di un ricco industriale che si chiama Van de Rohe ed aggiunge il cognome al suo. Partecipa al Novembergruppe, gruppo, come abbiamo visto molto politicizzato volta a realizzare un’edilizia sociale, anche se in realtà questo discorso non viene portato avanti da Mies in quanto costruirà pochissima edilizia di massa e si concentrerà sulla progettazione per grossi clienti. 
Partecipa anche ad altri movimenti di avanguardia, in particolare nel 1919 fa parte della catena di vetro dove gli autori si scambiano anonimamente progetti che possono essere considerati utopistici. Per queste esposizioni produrrà disegni di due grattacieli in vetro di grandissima novità, l’edificio per uffici sulla Friedrichstresse (1922)  il  grattacielo in vetro con superfici convesse (1922), entrambi pubblicati sulla rivista Frühlicht. Inoltre di questo periodo fanno parte la casa di campagna in mattoni (1923-24) e la  casa di campagna in cemento armato (1923), insieme al progetto per un palazzo di uffici in cemento armato (1922-23).
E' redattore della rivista G, una rivista di avanguardia e poi nel 1927 sarà direttore di una mostra del Werbund. Inizia la sua produzione insieme a Lilly Reich con la realizzazione di mobili, che per un certo periodo degli anni 30 saranno la sua unica fonte di sostentamento. Questo periodo di collaborazione di Lilly Reich è il più fecondo, sopratutto nel campo nei prototipi di edifici per mostre; tanto che le lascia lo studio quando si trasferisce negli Stati Uniti. 
Nel 1937 si trasferisce negli Stati Uniti a Chicago, città importantissima per l'architettura, resa possibile dalla nuova tecnologia e dell’invenzione della gabbia metallica, ma nello stesso tempo si hanno anche opere di Wright, quindi tutte le case della prateria.
Nel 1938 viene eletto direttore di un istituto di tecnologia che fonde con un altro istituto per formare l'Illinois istitute of tecnology. In questo periodo basa la sua progettazione edilizia sullo stesso modulo; questo serve a dare una unità d'insieme e per permettere una rapida espansione.
Lascia nel 1958 l'insegnamento e si dedica alla professione, muore a Chicago nel 1969.
Mies elabora una architettura appropriata al momento di grande sviluppo industriale sentendo le influenze di Schinkel, con impianto simmetrico e classico, di Berlage, Beherens e Wright. Le sue sono costruzioni che sono fuori dal tempo, quasi metafisiche; utilizza la nuova tecnologia ed è molto attento al dettaglio e al lavoro artigianale di alto livello. In genere utilizza materiali molto pregiati con una grande resa formale. 
Il suo motto era “Less is more”, quindi togliere piuttosto che aggiungere.

I progetti utopici fanno parte di questo primo momento di avanguardia, quando partecipa alla catena di vetro. Nel 1921 progetta il grattacielo nella Friedrichstrasse, si trattava di una strade commerciale di Berlino poi completamente bombardata, in seguito ricostruita diventando una delle vie commerciali più importanti della città, in quanto collega il centro della città con la zona dei musei.
Progetta un grattacielo in vetro di 20 piani, il lotto era triangolare, forma che viene rispettata del palazzo, inoltre il perimetro viene ulteriormente mosso per dare vari riflessioni di luce. Con le stesse caratteristiche di grattacielo in vetro fa un'altro progetto ovvero il  progetto per un grattacielo in vetro a superfici convesse del 1922. Il perimetro viene mosso da superfici concave e convesse con dei giochi di riflessione del vetro; sono 30 piani, ha due nuclei centrali circolari che sono i nuclei portanti del complesso.
Entrambi i progetti vengono pubblicati nella rivista “Prima luce” di Taut; si tratta di progetti utopico per il periodo e viene realizzato solo 40 anni un progetto simile a quello del grattacielo a superfici concesse dai suoi allievi sul lago di Chicago, ovvero la lake point tower (1968).
Altro progetto utopico è l’edificio per uffici in cemento armato (1922-23), viene considerato un omaggio all'Larkin Buildind di Wright. Si tratta di una serie di solai a vassoio che si innalzano sino a metà dell’altezza del piano; sopra si trova una finestra continua che da luce a questo grande spazio (si tratta dell’unico progetto per uffici di Mies).
Sempre nell'abito di questi quattro progetti utopici troviamo il progetto per la casa di campagna in mattoni del 1923-24, progetto pubblicato sulla rivista G. Troviamo qui per la prima volta il tema del muro che si estende dal perimetro dell’edificio per entrare nell'ambiente circostante. Secondo Mies i muri sono delle quinte nello spazio della progettazione, preferisce dividere lo spazio attraverso degli schermi. Il progetto viene criticato l'uso del mattone perché materiale obsoleto.
In questo momento si esprime in una maniera che possiamo riferire sia del modo di lavoro del de stijl sia al modo di lavoro del Wright urbano, con il monumento a Rosa Luxenburg e Karl Liebknecht (1926), dedicato a due attivisti socialisti. Si tratta di un tema per lui non consueto a cui aderisce ma non in maniera forte come altri autori. Inoltre questo progetto lo possiamo ascrivere anche ad una maniera espressionista.
Il contributo di Mies nell'architettura per la massa è limitata a pochi progetti, come nel caso del blocco di appartamenti Afrikanische Strasse (1926-28), una siedlung essenziale e funzionalista pensata per un ceto operaio, progetto altamente industrializzato.

La progettazione che preferisce è quello delle ville, questo tipo di progettazione in questo momento è condiviso con altri autori come Le Courbusier, con il quale ha molti punti in comune. 
Nella villa Langhe (1928) situata su una collina a Krefeld, vicino a una villa di amici. Vediamo sempre il modo di lavoro di Mies il quale tende a dare degli spazi interni molto fluidi, la casa è sulla collina con cui è raccordata attraverso una scala, viene utilizzato il mattone bruno e presenta alcune caratteristiche tipiche del movimento quale finestra a nastro, ma anche aggetto delle pensiline tipico del de stijle.
Altra casa nella stessa zona con la villa Esters (1928), la pianta è più movimentata però siamo con gli stessi materiali e stesso trattamento di facciata ed inserimento nell’ambiente circostante. La villa è situata sulla collina in discesa raccordata con della fasce di verde.
Infine costruisce la villa Wolf (1925-26), che però è andata distrutta.

Il padiglione dell'esposizione di Barcellona del 1929 è una delle opere più importanti. Si tratta del padiglione di rappresentanza della Germania (il padiglione dove venivano accolti i personaggi importanti). Il lotto è rettangolare, parte dalla progettazione da una lastra di onice alta 3,10 m, determinando l’altezza dello spazio coperto.
Lo spazio della pianta è diviso da quinte di marmo o vetro colorato, mentre il resto della spianata è il travertino. Queste quinte non formano degli spazi circoscritti, si può dire Mies non chiude mai la scatola architettino (uno spazio fluido e continuo). 
I muri non sono portanti, permettendo quindi una pianta libera e spazio dinamico. Il padiglione venne smantellato negli anni 30 e ricostruito negli anni 1981-86. 
La struttura è sotterra da 8 piccoli pilastri in acciaio a croce, in realtà ce ne sono alcuni in falso dentro i setti divisori perché strutturalmente non erano sufficienti. 
L’impianto longitudinale dell'edificio comprende due vasche d'acqua, una esterna e di grandi dimensioni ed una interna più piccola e racchiusa da muri rivestiti di marmo verde su tre lati. Per accedere al padiglione bisogna salire una breve scalinata di accesso, quindi tutto l’edificio è sopraelevato dal terreno, dando una impressione di grande monumentalità attraverso una architettura minimalista. Partecipa anche alla progettazione delle sedie in acciaio e pelle, prendendo il nome di poltrone Barcellona.
Come abbiamo visto il padiglione di Barcellona del 1929 è un’opera fondamentale per quanto riguarda il funzionalismo e il movimento moderno, in cui possiamo vedere il suo modo di esprimersi di Mies, con una grande fluidità degli spazi e leggerezza, capacità di dare ad un organismo di piccole dimensioni imponenza e monumentalità attraverso l'utilizzo di materiali pregiati e lavorandoli in maniera decorativa.

Altra villa quella in cui ha avuto maggiore liberà di budget è la villa Tugendhat a Brno (1928-30). Con questa casa Mies propone un nuovo modo di abitare per la residenza privata. Abbiamo visto che il nuovo modo di abitare è uno degli intenti del movimento moderno (questo si vede sopratutto per quanto riguarda l'edilizia di massa, come con Gropius); in questo caso siamo con un'abitazione ricca. Si entra dal primo piano con un accesso dalla strada, con una parte di servizio, con il garage, collegato da un pensilina alla zona notte. Per andare alla parte di soggiorno si scende con una scala e si accede quindi alla parte sottostante dove si ha un grande spazio libero, con la tipica progettazione degli spazi di Mies. Grande soggiorno che si apre sul giardino (con grandi vetrate scorrevoli), con l'intento di creare un tutt'uno tra interno ed esterno. La parte più interessante è quella del soggiorno divisa soltanto da una parete di onice dal resto della casa, come anche la parete di ebano semicircolare, che racchiude una zona soggiorno con tavolo; ancora una volta grande ricchezza ed effetto decorativo dato dai materiali.
Ritroviamo i soliti pilastri a croce in acciaio sottilissimi la cui leggerezza non divide lo spazio. L'arredo viene sempre progettato da Mies e dalla Reich, con strutture in metallo, estrema cura nei dettagli e nella parte tecnologica (aria condizionata e vetrate elettriche a scomparsa).

Dal 1905 Mies si occupa della produzione di arredi in legno e per questo va nello studio di Bruno Paul, inoltre risulta essere più attento ai temi del Weissehof e si dedica alla produzione di massa di sedie tubolari in acciaio, suo il brevetto per la sedia a sbalzo in acciaio, anche se i primi studi erano stati fatti da Taut. 
Nel 1931 entra in affari con la ditta Thonet-Mundus di Zurigo e poi con la Bamberg di Berlino, le vendite di questo mobili sono stati indispensabili per sopravvivere durante il periodo del nazismo, in quanto era senza grandi commesse.
Sempre in questo periodo progetta una casa modello all'esposizione del Werkbund a Berlino del 1931 che aveva come titolo “l'abitazione del nostro tempo”, da far corrisponde ad una nuova società. In questo progetto collabora con Lilly Reich, la quale tra l’altro che espone una sua casa modello e le due case sono collegate da un muro. Ritroviamo il classico modo di progettare di Mies, con la volontà di rompere le scatole delle stanze creando un spazio vetrato molto libero e fluido. I muri si protendono nell'ambiente circostante, con questo senso di forza centrifuga simile al De Stijl, come la proiezione delle linee perpendicolari verso l'esterno del quadro.

Un discorso molto simile lo troviamo in quelle che vengono definite le case a corti degli anni 30, studi che vengono portati avanti anche dai vari corsi del Bauhaus (siamo nel periodo in cui Mies è direttore del Bauhaus). Si tratta di progetti per case urbane dove però si crea un ambiente intimo racchiudendo il lotto con un muro di recinzione ad altezza del piano. Nella casa su corte (1934) troviamo sempre uno spazio estremamente fluido che si affaccia su un giardino privato, pianta libera attraverso l'uso di piccoli pilastri e cemento armato, inoltre si cerca sempre di garantire l’affaccio delle stanze al giardino. Possiamo dire che Mies utilizza il muro come Wright nella case della prateria però arriva all'altezza del piano a chiudere completamente l'ambiente domestico. 
Vediamo altre case, come la casa con garage (1934), l'unica in cui non si hanno le rette perpendicolari, troviamo comunque sempre le stesse caratteristiche con spazio aperto e in questo caso due corti. 
Progetta anche gruppi di case (1938) che si aprono su delle corti, serie di abitazioni con le caratteristiche abbiamo visto prima, che presentano ampli giardini interni; progetta infine delle case a schiera (1942).

Nel 1938 Mies si trasferisce negli Stati Uniti, a Chicago, dove viene incaricato di dirigere l’istituto di architettura dell’Armour institute di Chicago e nel 1939 fa un primo progetto dell'istituto di tecnologia dell'Illinois (IIT), in seguito nel 1940 nasce l’IIT dalla fusione dell’Armour institute e del Lewis Institute, di cui diventa direttore e progettista sia della parte urbanistica che dei singoli edifici. 
L’Illinois institute of technology si trovava in una zona degradata e il suo progetto doveva essere un volano per la riqualificazione dell'area. Era prevista una futura espansione del campus ed era importante dare delle caratteristiche di impostazione che potessero garantirne l’accrescimento; per questo si basa sul modulo di 24 piedi (7,32 m) sia per la dimensione urbanistica e sia per i singoli edifici. 
Nel 1958 Mies lascia l’insegnamento e la direzione progettuale dell’IIT, ma la scuola contigua a seguire i suoi parametri.
Per la costruzione dell’istituto aveva finanziamenti limitati, ma come sempre riesce a dare grande eleganza ed imponenza ai suoi edifici anche con materiali semplici studiando l'incrocio e la sovrapposizione dei vari materiali. Gli edifici sono costruiti con muri portanti in mattoni, scheletro in metallo e cemento armato (utilizzando la trave a doppia T), il tamponamento è invece in vetro o mattoni. Il progetto verrà poi seguito da vari altri studi (come Skidmore, Owings & Merril), con un tempo di costruzione che va dal 1940 sino al 1972.
Tra gli edifici più interessanti analizziamo l’istituto di chimica (1945-46), dove sempre molto interessante la soluzione dell'angolo, in cui usa la trave a doppia t in cui inserisce la parete di tamponamento in mattoni cercando di fare una parete a filo (dettaglio di estrema finezza). Lo scheletro è metallico ma ricoperto in calcestruzzo per proteggerlo dal fuoco, mentre le facciate possono essere composte alternativamente da mattone in aggetto o da vetro; il prospetto viene scandito dalla struttura. 
Interessante anche l’Alumni Memorial Hall del 1945, con uno scheletro dipinto di nero e tamponamento in mattoni color sabbia e vetro, con uno schema di progettazione che è sempre lo stesso. 
Sempre in questo ambito costruisce nel 1952 anche la cappella, edificio estremamente luminoso grazie alla struttura vetrata.
Una delle strutture più interessanti, anche da un punto di vista strutturale, è la Grand Hall (1952-55), edificio dove si ha nel seminterrato molto alto le aule e i laboratori di disegno, si hanno poi una zona di conferenze e riunioni nella parte superiore. 
Dalla pianta vediamo uno spazio libero, reso possibile attraverso una struttura composta da quattro telai a cui viene appesa la copertura per lasciare libero lo spazio interno. Anche in questo caso la monumentalità viene data attraverso delle brevi scalinate, facciate completamente vetrate e con delle tapparelle che proteggono dal sole.
Questo concetto della struttura appesa l'abbiamo trovato in Nervi per la cartiera; utilizza lo stesso metodo anche per altri progetti, con delle travi reticolari a cui è appesa la struttura, come il ristorante Cantor Drive-in (1945-46) e il progetto del teatro nazionale Manheim (1952).
Uno dei progetti più importanti è la biblioteca e amministrazione del 1944, uno dei pochi progetti in cui elabora anche la disposizione degli spazi interni (in genere è il proprietario che decide). Troviamo sempre con scheletro metallico, dimensione di 13 x 8 moduli ed una altezza di 8,5 m, pone ogni tre moduli un pilastro. Al centro troviamo una sorta cavedio per far entrare luce anche dall'alto oltre che dalla solite pareti vetrate.

Altra opera importante è la Farnsworth (1945-50) a Plano Illinois, si tratta di una casa per vacanze, in una zona di facili alluvioni (per ciò alza la casa rispetto al terreno). L’edificio si compone dell’accostamento di due rettangoli, di cui il primo è una terrazza coperta in travertino, cui si accede attraverso gradini, mentre altri gradini portano all’altro rettangolo che contiene l’abitazione. Si tratta di uno spazio completamente aperto (è chiusa solo la zona dei servizi) immersa nel paesaggio in cui si fonde. La casa è di 23 per 9 metri, sorretta da pilastri, completamente aperta sul paesaggio circostante, le vetrate vengono chiuse da pesanti tende.

Importantissima la figura di Mies per quanto riguarda lo sviluppo stilistico del grattacielo, quello che fa Mies è non riprendere la scansione classica (con basamento, piani tutti uguali e elemento di chiusura) e sopratutto da una nuova proporzione al grattacielo, in quanto rischiava di non avere un rapporto tra pianta ed altezza ben coordinato. 
A Chicago costruisce le due torri di abitazione Lake Shore (1948-51), si tratta di due torri di 27 piani con un interesse tra i pilastri di 6,4 metri, struttura a gabbia in metallo rivestita per la protezione dal fuoco. Il piano terra e le facciate sono completamente vetrate da solaio a solaio, mentre la protezione dai raggi solari avviene attraverso tendaggi grigi. 
L'altezza interna è molto bassa (2,60 m); nella parte centrale si trovano gli ascensori e planimetrie estremamente semplici, con i servizi nella parte centrale; la liberà di pianta si ottiene grazie alla struttura a gabbia che permette di creare dei tramezzi in base alle necessità. Sottolineato il piano terra completamente vetrato e libero, si ha poi un susseguirsi di piani tutti uguali senza le scansioni tipiche della scuola di Chicago.
A New York realizza il Segram builging (1954-58), grattacielo che tende a sottolineare e pubblicizzare la ditta appaltante. Interessante perché il grattacielo non si affacciata direttamente sulla strada ma è arretrato dal filo stradale (di 27,5 m) attraverso una grande piazza in travertino, vasche d'acqua e alberi. 
Si tratta di un edificio molto elegante con struttura in ferro (con interasse di 8,5 m) rivestita in bronzo e vetro scuro, completamente vetrato da solaio a solaio; anche qui i servizi si trovano nella zona centrale. In questo caso lavora in collaborazione con Philippe Jonson, da notare che il grattacielo ha una diversa composizione in quanto gli ultimi piani hanno una diversa scansione rispetto ai precedenti, con solo elementi verticali e non quelli orizzontali.

Una delle ultime opere è la nuova galleria nazionale a Berlino nel (1962-68) di fronte alla Postdamer platz. Attraverso una scalinata si arriva alla sala quadrata sulla terrazza (che serve per esposizioni temporanee) mentre nella parte sotterranea sono collocate l'amministrazione, il deposito e la galleria di pittura, che si affaccia su un’altra corte. Si tratta di un esempio di grande capacità strutturale di Mies, con un approccio che potrebbe essere definito metafisico a quella che è la struttura, abbiamo uno spazio completamente aperto pochissimi pilastri lungo i perimetri delle facciate. La pianta quadrata presenta all’interno dei blocchi che permettono di accedere ai piani sottostanti e due cartelle di sostegno; la copertura della sala è una lastra spessa 1,8 m in aggetto rispetto alle pareti vetrate, scandita da una maglia quadrata di 3,6 m, sostenuta da otto pilastri (due ogni facciata) per una altezza di 8,4 m.

2 commenti:

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