Introduzione al Neoclassicismo


Come termine significa in sostanza la ripresa del classicismo, ovvero la codificazione tipica del 700 e del 800 proprio di questo tema classico, si tratta di una ricerca del vero stile basato sui principi di rappresentazione degli antichi. Si può dare una data d’inizio corrispondente al 1740; quando quelli che venivano definiti i “pensionanti” dell’accademia di belle arti di Francia a Roma, iniziarono con progetti per edifici celebratici, templi ed archi trionfali, ma ben presto si dedicarono alla progettazione di smisurati edifici pubblici, con lunghissimi colonnati, cupole in pietra e piante complesse che si ispiravano alle terme dell’antica Roma. 
La scuola di belle arti di Francia era un’accademia alla quale si poteva accedere seguendo tutta una serie di regole fondamentali: l’assoluta negazione del barocco, rifarsi al classicismo (in quanto in esso si trovava il vero stile e la vera espressione dell’architettura come pura ed immediata espressione della struttura, che veniva considerata l’essenza dell’architettura antica) e la negazione del colore (anche se alcuni studenti avevano evidenziato come in realtà gli edifici antichi fossero colorati). 
Come tutte le scuole, anche quella di belle arti era organizzata in corsi, durante i quali si dovevano sostenere una serie di esercitazioni, poi alla fine dell’anno i migliori studenti vincevano un viaggio a Roma all’accademia di Francia per studiare da vicino le opere degli antichi. 
Questo movimento di ripresa del classicismo da parte dei pensionanti dell’accademia, si coagula con l’azione del Piranesi (1720-1778). La forte influenza avuta da Piranesi nei confronti di tutti gli architetti del periodo neoclassico fu il risultato di una straordinaria capacità evocative delle sue incisioni di monumenti della Roma antica; pubblicò tantissime opere di incisioni, in cui rappresenta sia edifici dell’antichità romana come apparivano, sia delle tavole tese ad emozionare chi guarda (come per esempio quelle delle carceri).
In realtà il Piranesi ebbe una formazione barocca, in quanto proveniva da Venezia, ma quando arriva a Roma si avvicina ad un gruppo di artisti che utilizzavano la tecnica della “veduta ideata”, un tipo di pittura in cui venivano riuniti in composizioni immaginarie monumenti dell’antica Roma, riprodotto con grande accuratezza.
Di li a poco avrebbe poi iniziato a pubblicare le sue incisioni, diventando noto nell’ambiente, tanto da diventare professore di prospettiva all’accademia di Francia, mentre le sue vedute raffiguravano in modo sempre più romantico e spettacolare gli edifici romani; mentre nell’esercizio dell’architettura ebbe minore influenza e risultati meno felici.
Con il passare degli anni raccoglie intorno a se questi pensionanti dell’accademia, i quali sono per la riproposizione dell’antichità classica romana; era infatti scoppiata in quegli anni una diatriba tra chi sosteneva la riproposizione dell’architettura classica romana rispetto a quella greca, in particolare la tesi della supremazia greca era sostenuta dallo studioso tedesco Winckelmann, il quale lavora con il cardinale Albani (collaborando con Marchionni) per la costruzione di alcuni tempietti in stile greco nel parco del cardinale. Winckelmann non aveva una conoscenza diretta dell’architettura greca ma la conosceva solo attraverso la riproposizione del classicismo greco durante il rinascimento (in particolare con Raffaello). Al contrario Piranesi sosteneva la supremazia dell’architettura classica romana riteneva erroneamente che gli Etruschi furono gli unici fondatori della civiltà romana, che erano una razza più antica dei Greci e che avevano perfezionato la pittura, la scultura e le arti tecniche prima dei Greci. 
Premessa fondamentale per il neoclassicismo è la nascita nel 700 dell’archeologia come scienza (con scavi sia in Italia che in Grecia), ma ancora più importante è l’illuminismo, con la nascita di nuovi campi d’indagine e la scoperta di conquiste tecnologiche importanti (che vengono poi utilizzate nel linguaggio classico).
Un’altro degli elementi che fanno parte di questo cultura è l’interesse per le potenzialità narrative e comunicative dell’architettura, elemento che deriva e fa parte del “pittoresco”. Il pittoresco non era altro che una corrente artistica nata in Inghilterra nel XVIII secolo. Fu l’invenzione di una società agiata e colta, che poteva dedicarsi alla ricerca dell’esperienza estetica attraverso il godimento della natura e dell’arte. 
Il viaggio culturale che intraprese l’uomo durante l’Illuminismo fu sia intellettuale che concreto, è questa l’epoca del Gran Tour (un viaggio per conoscere il classicismo del mediterraneo), che porta tra l’altro la nascita dell’archeologia. L’uso del pittoresco aiutava a collocare gli edifici nel loro contesto storico, non solo nel senso di collocazione fisica, ma anche storica. L’architettura veniva quindi considerata nel suo ambiente e viene rappresentata dagli autori in maniera pittoresca (nel vero senso della parola), inserendoli prima di tutto nell’ambiente e poi inserendo delle immagini come personaggi vestiti secondo le regole antiche.
Il risultato di questa impostazione fu che l’architettura iniziò ad essere considerata per le sue potenzialità narrative ed evocative. Uno dei modo in cui venne espresso con maggiore evidenza questo nuovo modo di affrontare l’architettura fu l’apprezzamento per le rovine e anche la costruzione di nuovo edifici con l’aspetto di rovine, per questo l’architettura viene vista per le sensazioni e le emozioni che deve dare, piuttosto che per le sue funzionalità; lo stesso Winckelmann progetta dei padiglioni per il cardinale Albani sotto forma di rovina.
Ne segue che gli architetti in questo periodo iniziano a rappresentare i loro progetti in modo pittoresco e come sarebbero stati i loro edifici quando alterazioni e degrado gli avrebbero ridotti a rovina.
Nelle tavole del Pinaresi si riscontra facilmente una volontà di trasmettere delle emozioni a chi guarda, quello che viene anche chiamato senso del sublime, ovvero questo cercare di esprimere e di dare delle sensazioni (di solito sgomento e timore). 

Winckelmann (1717-1768), era un teorico, archeologico, padre della storia dell’architettura e come abbiamo detto sosteneva che l’arte romana avesse copiato l’architettura greca; fu sovrintendente della costruzione di alcune strutture per il cardinale Albani, realizzate da Carlo Marchionni, con un tempietto diruto a villa Albani (1751-67), altro non è che una rovina nuova, quindi un edificio non funzionale ma semplicemente evocativo e pittoresco.
Tra le sue opere teoriche ricordiamo “Storia dell’arte del disegno presso gli antichi” (1764) e “Storia dell’arte nell’antichità” (1764-74).

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