Frank Lloyd Wright (parte seconda)

A partire dalla seconda metà degli anni 20 utilizza dei nuovi metodi di progettazione  e nuovi materiali, sopratutto con l’assemblaggio di  elementi in serie, come pareti di calcestruzzo forato a mosaico o le pareti vetrate, in alternativa ai metodi tradizionali che ha sempre usato sino ad ora.  
Inoltre formula l’idea della una nuova società di Usonia (1928), attraverso la quale da un nuovo ruolo all'architettura basata su una nuova società rurale. In seguito a questa idea progetta una città, che è Broadacre city (1931-35) un modello di città che cerca di integrare città e campagna. Questo per Wright è possibile attraverso l'auto, che ha grande sviluppo a partire dalla fine degli anni 20, che permette di potersi muovere tra città e campagna in maniera agevole, assieme ad altri mezzi (lo definisce “l’unico mezzo democratico”). Quindi attraverso questa città usoniana vuole dare un nuovo assetto sociale agli Stati Uniti; Broadracre city era un modello di nuova città ma anche di nuove case, non più la prairie house ma la casa usoniana (1930-60). Infine vedremo del 1932 la Walteer Devinson model farm, un nuovo modello di casa dove sottolinea il valore dell'auto.

Con Usonia (1928) Wright formula una ristrutturazione dell’ordine sociale, una cultura ugualitaria negli Stati Uniti, una città basata sull’individualismo rurale con insediamenti dispersi, resa possibile proprio per l’utilizzo dell’auto e delle nuove tecnologie di comunicazione. 
Su questa base fa il modello della città di Broadracre, progetto che parte dal 1931 con un insediamento per 1400 famiglie,  con uno schema a griglia reticolare agraria a scala regionale, che viene resa possibile dall'auto. Si tratta di una regione che viene autogovernata e semplificata dallo schema, questo permette di superare la distinzione che si ha fra città e campagna. 
Da sottolineare ad esempio l’utilizzo del grattacielo, che Wright vede come una struttura antiurbana, quindi posta al di fuori della città per evitare l'isolamento e l'eccessiva concentrazione al centro della città, nello stesso tempo struttura pluralistica che favorisce l'interazione fra persone; inoltre per la città propone una serie di mezzi di trasporto aerei e progetta anche lui una automobile.

Del 1932 è la Walter Davidson model farm, si tratta di modelli di casa pensati per 2 o 3 auto, in quanto ogni membro della famiglia deve avere l’auto per potersi spostare, infatti una parte della giornata viene dedicata al lavoro in città e un parte al terreno. Sulla base della teoria usoniana ad ogni nuova nascita fosse dato un agro di terreno di cui doveva occuparsene; la vita lavorativa è quindi divisa con una parte della giornata dedicata al lavoro in fabbrica e una parte dedicata al lavoro nei campi. Si tratta quindi di una economia individualista semirurale, si va nel centro della città in auto ma anche nei sobborghi.

Per questa civiltà usoniana pensa ad una edilizia costituita dalle cosiddette case usoniane (con diversi progetti dal 1937 al 1948). Si tratta di case modeste a pianta libera, ma comode, confortevoli ed economiche, sono dotate sempre di alcuni arredi fissi, come la cucina (che diventa una arredo fisso nello spazio del soggiorno) e come anche i divani. 
Anche nella casa usoniana ci sono degli assi, come abbiamo visto nella casa della prateria, ma non così rigidi e schematici.
Costruisce una prima casa Herbert Jacobs Madison nel Wisconsin (1937), che è la prima tipologia di casa usoniana e rappresenta la risposta rurale e suburbana alla citrohan di Le Corbusier.
La casa ha una struttura in legno e mattoni poco costosa, semplice ed accogliente sia all’interno che all’esterno, dove le bucature sono pensate come parte integrate della struttura, la parete è già pensata con l'andamento che avrà la bucatura.
Nel 1948 costruisce una seconda casa Herbert Jacobs Madison, che rappresenta un ottimo esempio di utilizzo della curva nella progettazione, che è perfettamente integrata con la natura.
Nel 1939 progetta le case Suntop in Pennsylvania, si tratta di un progetto governativo, sono quattro appartamenti duplex con uno schema a croce che suddivide l’edificio nei vari appartamenti ai quali cerca di dare la massima privacy, in modo che per esempio non ci sia introspezione tra un terrazzo e l'altro. 
La facciata è in mattoni e in doghe orizzontali (materiale molto amato, al contrario il cemento armato), presenta piccole terrazze giardino per il gioco dei bimbi e concentrazione dei servizi nei mezzanini.
Nello stesso anno si ha un altro esempio di quella che è la casa usoniana, con la casa Winckler e Goetsch (1939) Okemos, Michigan; estremamente povera e semplice, con pareti triple di tavole, con fogli isolanti tenute insieme da inchiodature, in cui le varie parti sono già studiate per formare le bucature. Sempre grande senso di orizzontalità con predominanza di un asse longitudinale e maggiore fluidità di spazi, blocco cucina ad arredo fisso e camino come cuore della casa.
Altra casa che possiamo mettere in questo momento della sua progettazione è la casa Sturges (1939) California, completamente a sbalzo sulla collina, interessante perché industrializza il cantiere a piè d’opera, perché Wright è contrario alla prefabbricazione fino a quando non si lavora in cantiere. Utilizza una struttura in legno e mattoni, anche qui possiamo vedere la maggiore importanza che viene data all'auto, per la presenza del garage.

Simbolo della sua architettura e della architettura organica è la casa Kaufmann o casa sulla cascata (1936) Bear Run, Pennsylvania. Riscontriamo una libertà di progettazione tipica dell'architettura organica che si inserisce nella natura e cresce con essa, inoltre rappresenta momento di incontro tra l'architettura europea e quella americana quando quella europea si svincola dalle regole imposte dal razionalismo funzionalista.
La casa è situata su un bosco e aggetta su un ruscello; si accede all’abitazione attraverso un ponte e un percorso che arriva all'ingresso si piccole dimensioni in modo da dare maggiore luminosità e grandiosità al soggiorno, il quale si estende sull'acqua attraverso una terrazza, al di sopra della quale sono presenti due terrazze (che hanno gli assi principali perpendicolari fra di loro) rese possibili grazie all'uso del cemento armato, materiale poco amato e che avrebbe voluto rivestire con delle foglie d'oro, ma il committente non accettò. 
I vari piani vengono concepiti come una serie di vassoi distanziati da brevi masse di pietra, come accade nell’Imperial Hotel. 
Si ha una notevole fusione della casa con la natura e il paesaggio, con un contatto con l'acqua che avviene in senso metafisico attraverso una scaletta che porta alla parte sottostante, come elemento di fusione tra acqua e costruito. 
Altro elemento che tiene conto della natura del luogo è il camino, che viene costruito su delle rocce preesistenti e diventa elemento fondamentale della casa, la quale viene sempre studiata nei minimi particolari e nella scelta dei materiali. 
Importante sottolineare il fatto che la casa sulla cascata viene costruita nello stesso periodo della Villa Mairea di Aalto, di una generazione più giovane, emblema dell’architettura organica, anche questa immersa nella foresta, di grande semplicità e confort.  

Nel 1936-39 progetta un edificio per gli uffici della Johnson Administration, si tratta di un edificio urbano e come sempre Wright si chiude alla città (il suo ideale è antiurbano). 
I muri perimetrali sono muri chiusi, però la composizione è meno rigida di quella vista nel Larkin Building e nel Unity Temple, in questo caso la planimetria del palazzo risente della situazione di viaria della zona, per questo la costruzione ha questa forma curvilinea. 
Notiamo una inversione dei ruoli con pareti cieche e finestre nella copertura e nel cornicione.
L’interno consiste in uno spazio libero, sostenuto da colonne a fungo, alte 9 metri, separati tra loro da uno spazio in modo da far entrare la luce, inoltre dentro queste colonne passano i pluviali, per scaricare l'acqua proveniente dalla copertura. Particolare il modo di trattare la luce proveniente dall'alto che da una sensazione fantascientifica nello spazio di lavoro, anche in questo caso indifferenziato.

Sempre della Johnson progettata la Elio laboratorio a torre della Johnson Racine (1944-50), una torre costruita sempre in questa area, dove si ha un pilastro centrale in cemento armato (con i servizi e collegamenti verticali), da cui si ripartono piani duplex con una pianta inferiore quadrata e mezzanino arretrato circolare (che ricordano una specie di albero), disposizione che si può vedere in trasparenza. L’organicità consiste nell’uso del cemento armato come se si trattasse di una forma naturale di un albero.

Sempre per i Johnson costruisce una casa Wingspread (1937) nel Wisconsin, si tratta di una delle sue case più ricche ed importanti e viene considerata ancora una casa della prateria ma anche la conclusione di questo ciclo di progettazione. Pianta a croce con il nucleo centrale nel camino passante, da questo spazio centrale alto 3 piani si ripartono 4 ali, una per la zona genitori, una per i figli, una i servizi ed infine una per le stanze per ospiti e garage. 
Pianta ramificata quindi ancora una volta questo concetto dell’albero, con un tronco centrale da cui si ripartono le alti, dando un senso di organicità. Fra due ali si ha una piscina, il camino in mattoni è addossata una scaletta che porta sulla copertura da cui è possibile guardare l'area circostante.

Casa Taliesin west (1938) Arizona, al contrario della prima Taliesin, che era in un una zona molto fredda, in questo caso siamo nel deserto e si ha un concetto completamente diverso, quindi se la prima Taliesin era molto protetta e si chiudeva all’esterno, la seconda si apre allo spazio aperto e che si completa con il paesaggio stesso (riprendendo le forme delle rocce dell’Arizona). 
La Taliesin West deriva dai concetti di spazio libero e di territorio vergine analizzati per la progettazione di Broadacre city, si può dire che rappresenta la filosofia di Wright, unendo architettura e stile di vita (in questo caso all’aperto ed in parte nomade, tipico della sua origine ebraica). 
La casa si difende dal clima costruendo delle strutture aperte in legno rosso e coperte da teli, organizzando lo spazio con due vasche d’acqua utili per contrastare il clima.
L’ultima parte della sua vita la passa qui dove c'è una gran parte dedicata alla progettazione con stagisti e studenti; quindi vita comunitaria anche per i giovani, una sorta di piccola città nel deserto le sui forme sono suggerite dal paesaggio circostante.

Costruisce a San Francisco il Morris Gift shop (1947), anche in questo caso si chiude alla città, si ha una facciata completamente chiusa in mattoni, interno illuminato dall’alto e con una rampa che porta ai piani superiori, che circonda lo spazio di esposizione al piano terra. Interessante notare l’entrata con un grande arco in mattoni, che ricorda i grandi camini delle case private di Richardson e della scuola di Chicago. 

Nel 1956 progetta la torre Price, grattacielo che costruisce in Oklahoma seguendo il concetto del grattacielo che non deve intasare la città è quindi si trova nella periferia immerso nel verde. Ha una pianta quadrata da cui esce un'altro quadrato di dimensioni più piccole a sottolinea la parte residenziale, sono tre quadrati dedicati ad uffici, che vengono segnalati all’esterno dalla orizzontalità dei frangi sole (in rame), mentre la verticalità degli elementi in facciata segnale la parte abitativa, con alloggi duplex. Da un punto di vista strutturale sono presenti quattro spine dove ci sono i servizi e gli ascensori; sono 19 piani, alcuni piani sono interrati, per una altezza di 56 metri. 

Progetta anche un planetario per la setta per il culto della natura (1925) si tratta di una struttura che verrà poi ripreso per il Guggenheim, potremmo dire che il Guggenheim può essere questa struttura rovesciata, in quanto sono presenti due rampe che si incrociano alla sommità del planetario. 

Altro riferimento al Guggenheim è il progetto per la casa Jester 1938, dove utilizza nuovamente il cerchio, elemento molto amato da Wright come tutte le forme semplici, secondo le teorie di Froebel, con vari accostamenti di solidi e anche perché si riferisce a varie avanguardie europee.

Arriviamo quindi al Guggenheim di New York (1959), struttura con la quale rompe tutti i canoni dell’edificio museale, prima di tutto i musei erano in genere una serie di scatole accostate le une alle altre, mentre Wright utilizza sempre lo spazio continuo (organizzato su una grande corte centrale); non ricerca la monumentalità attraverso l’uso di elementi classici (quali scalinate, colonne e pronai), inoltre rompe lo schema rigido della maglia di New York. 
Siamo in città quindi si chiude ad essa, con un edificio pieno e permette la luminosità per mezzo di fessure che seguono l'andamento del percorso a rampa interno e con una copertura trasparente. Quindi ritroviamo i suoi concetti fondamentali (chiusura alla città, spazio fluido e continuo) vengono tutti organizzati in questa struttura, dove l'esposizione si ha lungo rampe perimetrali a spirale, creando uno spazio fluido e continuo. Edificio non di grandi dimensioni con un’edificio più grande dedicato alle esposizioni e uno più piccolo circolare con l’ingresso e gli uffici; dopo la sia morte ci sono state delle modifiche.

Una delle sue ultime opere è la sinagoga di Beth Sholom (1959), vuole costruire una piramide di luce in cui si possa riflettere la luce del sole e della luna, piramide di vetro che viene sorretta da una struttura in acciaio e dove il vetro viene visto con il significato di elevazione morale.

Infine il Civic Center Marin country a San Francisco (1959-62), opera conclusa postuma posta in un paesaggio che amava molto caratterizzato da una serie di colline che vuole connette attraverso delle strutture a ponte, sotto le quali passa la strana. Si tratta però di una struttura poco riuscita, con questi  ponti ricoperti da una serie di archi che vanno sempre più infittendosi verso l’alto (con varie sfere e pinnacoli); l'ultima parte della sua architettura è un po' fantascientifica, venne poi continuata dalla terza moglie e dal figlio della prima moglie.

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