Pier Luigi Nervi


E' un grande progettista del cemento armato, nasce a Sondrio da una famiglia ligure nel 1891 e muore nel 1979 a Roma, viene considerato l'erede delle ricerche dei grandi strutturasti francesi, studia ingegneria a Bologna, apre uno studio dal 1932 a Roma e sino alla fine della sua vita ha una impresa di costruzione insieme a Bartoli. Anche lui segue il percorso dell’opera dalla progettazione alla completa realizzazione; importante fautore dell’utilizzo di elementi prefabbricati e la conseguente economicità del progetta (sia di tempi che di costi). Dal 1945 al 1962 insegna tecnica delle costruzioni e tecnologia dei materiali, brevetta il ferro-cemento che utilizza per delle sezioni molto sottili, in questo prosegue degli studi ottocenteschi di Lambot, che utilizza la nuova tecnologia per la costruzione di barche.
Ha costruito moltissimi edifici di grande importanza e strutture pubbliche, la prima importante commessa è lo Stadio comunale di Firenze (1929-32), ha 35.000 posti a sedere, struttura in cemento armato completamente a vista. Costruisce le Aerorimesse di Orvieto (1935), siamo nel periodo del fascismo, si tratta di una struttura geodetica, costituita da una serie di archi che si incrociano a 90° dando origine a dei rombi che si auto-sostengono, in seguito vennero demolite dai tedeschi. 
Quello che è importante è che Nervi non guarda mai al fatto formale delle sue costruzioni, per lui il fatto formale viene fuori dalla struttura stessa. 
Costruisce il palazzo delle esposizioni A, B e C (1947-49), il salone B ha una planimetria basilicale in cui la copertura è sorretta da pilastri inclinati, sottili pilastri nell’abside e la copertura formata da vari elementi prefabbricati (uno dei principi della sua progettazione). Stessa cosa nel salone C più piccolo, che ha base rettangolare, con 4 grandi grossi elementi angolari (a loro volta tripartiti) che sorreggono la copertura formata da elementi che si incrociano ad angolo retto, grande leggerezza.
Lavora anche a Parigi per la Sede dell'Unesco (1953-58), sua è la parte strutturale mentre la parte di progettazione è di Brauer e Zehrfuss, si tratta di un complesso formato da due edifici, il primo contiene la parte degli uffici (formato ad Y), è collegato poi all'auditorio e si appoggia su pilotis in cemento armato e facciata completamente aperta. Nell'auditorio la facciata formata da pilastri tortili che danno un grande effetto formale, anche qui c’è un riferimento a schemi classici. 
Partecipa alla costruzione del Pirellone a Milano (1955-59) per quanto riguarda la parte strutturale, mentre della progettazione architettonica si occupa Giò Ponti. La parte strutturale si compone dei quattro vertici e dei quattro pilastri centrali; grande studio per l'effetto del vento sul grattacielo.
Sempre insieme a Ponti partecipa, per quanto riguarda la parte strutturale, alla costruzione degli edifici per le Olimpiadi di Roma del 1960, troviamo il palazzetto dello sport (1956-57) (in questo caso collabora anche con Vitellozzi) struttura estremamente simmetrica sorretta da cavalletti lungo tutto il perimetro, sotto le gradinate e tutte le parti di servizio. La resa formale è data dalla struttura attraverso la progettazione fatta di vari elementi che si vanno ad incrociare, formando un disegno di grande impatto formale, pensato per 5000 spettatori e per diverse discipline.
Costruisce anche lo stadio Flaminio (1957-59), sempre a Roma per 55000 spettatori, grande resa formale data dalla struttura, è un edificio per molte discipline sportive con piscine e palestre. Costruisce inoltre il Palazzo per lo sport (1958-60), sempre a Roma nel quale lavora con Piacentini, uno dei personaggi dell'architettura del fascismo, che controlla sia la parte urbanistica che architettonica delle opere del periodo (sua è per esempio Piazza della Vittoria a Genova), per quanto riguarda il palazzo dello sport riscontriamo una grande flessibilità d'uso e per lo studio accurato dell’acustica.
Sempre a Roma progettato il viadotto corso Francia (1958-60), fatto per collegare il centro città con le zone periferiche della città, si tratta di due correggiate di 10,5 metri, collegate con delle passerelle, interessante perché tutti gli snodi non si incrociano mai l'uno con l'altro.
Costruisce anche la stazione ferroviaria di Savona (1958-61), in collaborazione sempre con il figlio Antonio. La stazione si divide in due blocchi, il primo di controllo del traffico e dei binari e il secondo di entrata, in quest’ultimo nella facciata troviamo pilastri tortili e pensilina in aggetto. 
A Torino costruisce il Palazzo del lavoro per l'esposizione di Torino del 1960, in collaborazione sempre con il figlio, si tratta di 25.000 metri quadri realizzata in un anno di lavoro, in quanto la struttura è studiata con 16 pilastri a fungo che sorreggono una copertura ognuno di 40x40 metri. I pilastri sono fra loro autonomi per cui è stato possibile costruire contemporaneamente tutte le altre parti, la facciata costituita da finestre autoportanti ed è completamente vetrata. 
A Mantova costruisce la Cartiera Burgo (1961-63), in questo caso serviva una struttura libera da pilastri interni per il posizionamento dei macchinari e la possibilità di ampliamenti, realizza le richieste attraverso quattro cavalletti che sostengono la copertura in modo che la parte sottostante si presenta completamente libera.
Tra le ultime opere la cattedrale di St. Mary a San Francisco (1967-71), lavora con Belluschi, costruisce in una zona di immigrazione, pianta quadrata di 75 metri, in cui innalza una copertura alta 60 metri. Presenta una struttura reticolare in cemento armato che forma una maglia triangolare e viene lasciata una lama di luce tra le due parti simmetriche.
Importante ricordare che in tutti i suoi progetti Nervi fa i suoi calcoli e prova le sue strutture con dei modelli anche al vero, portando avanti la tradizione classica del progetto. 
Infine costruisce l'aula delle udienze pontificie in Vaticano (1966-71), commissionata da papa Paolo VI, la copertura è formata da 41 strutture ondulate ognuna di 18 elementi prefabbricati di lunghezza ed altezza variabili in cemento bianco, elementi che hanno un grande risultato formale. 
Aveva presentato un progetto per la Fiera del mare nel 1960 insieme all'architetto Daneri (che progetta piazza Rossetti), progetto che non è stato accettato e elabora anche un progetto per il ponte sullo stretto di Messina (1969).

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