Tony Garnier


Di Garnier ne abbiamo già conosciuto un’altro, Charles Garnier che realizza l'Operà di Parigi, Tony invece nasce nel 1869 e muore nel 1948; vive e lavora principalmente a Lione, città dove è importante sia l'industria siderurgica che quella della seta (non a caso suo padre è un disegnatore tessile). Frequenta la scuola di belle arti a Lione e a Parigi (questo ci dice che ha una impostazione classica, quantomeno per la formazione), vince il Prix de Rome nel 1988 diventando un pensionante di Villa Medici a Roma; a conclusione degli studi in Italia analizza la città di Tuscolo, anche se la giuria considera il lavoro finale troppo fantasioso (perché erano rimasti pochi resti), interessante il fatto che lo studio è fatto nel contesto ambientale, quindi un rapporto umanistico tra architettura ed ambiente. Nasce in questo periodo l’urbanistica moderna e Garnier è ricordato per il approccio al contesto ambientale, inoltre lo possiamo inserire nel proto-razionalismo proprio per queste sue caratteristiche. 
Importante il progetto della città industriale da 35000 abitanti (in ferro, calcestruzzo armato e vetro), progetto che persegue per tutta la sua vita e che poi riuscirà a realizzare solo in alcuni progetti nei grandi cantieri della città di Lione negli anni 20, rifacendosi ai suoi studi sulla città industriale. 
Nel 1917 pubblica tutte le tavole della città industriale e nel 1920 pubblica i “grandi interventi per la città di Lione”.
Nella sua progettazione della città industriale pensa ad una città simile a Lione, nella stessa zona della Francia, su un fiume, per 35 mila abitanti, con un regolamento edilizio minuziosissimo (con tutti i particolari) e con un'industria siderurgica, un'industria manifatturiera, tutte le infrastrutture sanitarie e scolastiche, tutte separate e con la possibilità di espandersi nel tempo a seconda della crescita della città. 
Utilizza la nuova tecnologia del cemento armato e le altre nuove tecnologie, ma anche ferro e vetro. 
La sua progettazione è di impostazione classica, però viene vista e rielaborata nell’ottica del tempo in cui lavora e sotto l’influenza della nuova tecnologia, inoltre il discorso dell'edificio visto nel contesto ambientale.

Come abbiamo detto progetta la ricostruzione di Tuscolo nel 1904, che ci dimostra la grande conoscenza che Garnier aveva del passato classico, anche se venne molto criticato dalla giuria.
Più importanti i progetti per la città industriale (1901-17), si basava sull’industri metallurgica e quella tessile, fece di  molti disegni per tutti gli edifici, che seguono il regolamento edilizio che aveva redatto per la città, si tratta comunque di un'architettura che riprende in parte gli schemi classici e funzionali.
Per quanto riguarda le grandi opere realizzate ricordiamo la grande istallazione ospedaliera per Lione (1909-30), per la cui progettazione va a studiare i grandi ospedali d’Europa (che allora si trovavano in Germania e Danimarca) realizzando un ospedale a padiglioni; interessante anche vedere l’inserimento nella città ed il discorso urbanistico, che è sempre presente in Garnier. 
La circolazione all’interno dell’ospedale è sotterranea, edifici semplici di impianto classico, ma senza elementi decorativi e assolutamente funzionale. 
Nel mercato del bestiame e mattatoio (1906-32), dove divide la parte di macellazione da quella di arrivo del bestiame, la parte più interessate la troviamo nella grand hall (di grandi dimensioni, circa 200 metri) che riprende le grandi strutture in ferro e vetro che trovano il loro riferimento della Gallerie des machines del 1889; adesso è stato riconvertito in sala da concerti.
Lo stadio Gerlan (1913), sempre a Lione, è pensato per 30 mila posti con la tribuna d'ingresso in cemento armato, che è l’unica parte realizzata per l'impianto sportivo.
Interessante è anche il quartiere Stati Uniti (1924-35), nella zona est della città. Si tratta di un nuovo quartiere con varie tipologie abitative (dal monolocale sino alle case per grandi famiglie), parte dalla cellula abitativa unitaria, che organizza creando varie composizioni. 
Era stato pensato ogni edificio con molto verde attorno con un massimo di 4 piani, ma ne vennero realizzati 6 (perdendo i rapporti volumetrici pensati da Garnier). Il quartiere è diventato di recente patrimonio dell'Unesco; dopo esser stato ristrutturato sulle facciate sono stati disegnati i progetti di Garnier per la città industriale.

1 commento: