Il futurismo e Antonio Sant'Elia


Vediamo adesso una avanguardia italiana, siamo in un periodo, quello dei primi del 900, nel quale l'Italia, come la Germania, attraversa una difficile fase politica ed economica; è proprio questo il momento delle avanguardie, che si configurano come movimenti di rottura con il passato, e anche se il futurismo rimane in certi ambiti non finito (sopratutto per quanto riguarda l'architettura futurista), nonostante ciò danno una notevole spinta, infatti il futurismo sarà seguito dai francesi e dai russi, sarà alla base delle avanguardie nel campo artistico della metà del 900.
E' il primo movimento d'avanguardia di completa rottura con il passato, per creare una nuova società basata sul movimento, il dinamismo e sulla guerra (che contribuisce a distruggere il passato), tutti i valori dal punto di vista artistico ed architettonico devono essere sovvertiti, si vuole costruire solo per il momento, non opere durature. 
Cambiamenti completi anche nella pittura e nella scultura, l'osservatore non deve porsi di fronte all'opere con atteggiamento contemplativa ma egli stesso partecipare ed essere inserito nell’opera d’arte. 
Nel 1909 si ha il Manifesto sul Figarò di Parigi di Filippo Marinetti riguarda agli aspetti generali del futurismo. Marinetti era nato ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani, si trasferisce in Francia e poi studia legge a Milano; si tratta di un personaggio molto attivo nella cultura dell'epoca (viene chiamato la caffeina d’Europa). 
Il manifesto del futurismo viene pubblicato a Parigi, sia per la sua formazione dell’autore, ma anche perché Parigi è la capitale più vivace d'Europa e più all’avanguardia. 
Nel 1910 si ha il manifesto della pittura e nel 1912 quella delle scultura, ispirati da Boccioni. E’ importante notare che in questo momento si ha una compenetrazione di tutte le arti, l'artista propone nella sua opera tutti i canali dell'arte e Boccioni sarà uno dei pochi a rimanere fedele al futurismo. 
Prerogativa fondamentale del futurismo è la volontà di rappresentare il dinamismo universale, il movimento infatti è uno dei principi fondatori del pensiero futurista, che deriva anche dal momento economico e sociale che sta vivendo l’Europa in questo periodo, con l’affermazione della grande industria e delle sue innovazioni. 
Dinamismo rappresentato attraverso la scomposizione dei corpi (nella retina il momento si scompone e si cerca di rappresentalo attraverso l'arte, nasce in questo momento anche il cubismo). Altro elemento fondamentale è la riproduzione della velocità, nel tentativo di coinvolgere l'osservatore senza più il carattere contemplativo dell'opera.
Nel 1914 si ha il manifesto dell'architettura futurista da parte di Antonio Sant'Elia, che può essere considerato l’architetto del futurismo, anche se all'inizio ha degli influssi secessionistici e classici. Particolare il fatto che nelle tavole della città nuova propone solo dei disegni di prospettive, senza piante o sezioni; questo fatto venne molto criticato dai razionalisti, che pure risentono di questa influenza di rottura del futurismo. 
Il manifesto dell’architettura futurista viene redatto da Sant’Elia certamente avendo alle spalle Marinetti e Boccioni. 
Anche l'architettura viene vista in ambito territoriale (che è sempre la città), si rifiuta lo stile del passato, si vuole distruggere l’ambiente preesistente, con la creazione di nuove tipologie edilizie (in genere architetture per le masse), utilizzo dei nuovi materiali e dinamismo (come il treno che passa sotto le strutture o gli stessi ascensori portati in facciata).
Personaggi importanti sono Sant'Elia, Chiattone (che era nello studio con Sant’Elia e con il quale aveva fondato un gruppo di nuove tendenze) e Marchi.
E’ bene ricordare che il futurismo, negli anni 30, diventa assertore del fascismo, come rinnovamento e violenza (come detto il futurismo è favorevole alla guerra), per questo nel periodo post bellico il futurismo venne molto criticato e dimenticato; nello stesso periodo viene elaborata l'aeropittura, ovvero dipinti come se vedessero la terra da un aereo (che significa novità, movimento e meccanicismo).
Il futurismo nasce in un ambiente culturale molto fiorente, precursori di questo movimento possiamo considerare il cubismo di Picasso, Munch nell'abito dell'espressionismo (che esprimevano pressoché stati d'animo negativi), importante anche la pittura metafisica con De Chirico (ripresa in parte dall’architettura del fascismo, in genere viene presentato un contesto classico fuori dal tempo con qualche figura metaforica), si ha poi il divisionismo (modo di dipingere attraverso piccoli tratti di colore, che danno la percezione di una visione scomposta).
Il futurismo non è nato con l'architettura ma essenzialmente con la pittura, dove troviamo Marinetti, Benedetta Cappa Marinetti, Boccioni (si cerca di rappresentare lo stato d'animo, cosa che succede anche in Germania con l'espressionismo), Balla, Sironi, Rosai, caratteristica di tutte le loro opere sono essenzialmente il dinamismo e la velocità, rappresentati dal treno, la città, la fabbrica, l’automobile e altre scene volte a suscitare un’emozione nell’osservatore. 
I futuristi famosi anche per l'uso che facevano delle parole, elemento fondamentale combattere la tradizione; molto importanti i manifesti, come veicolo informativo principale per la corrente, è il momento in cui la stampa e la grafica sono veicoli di trasmissione da un paese all'altro.
Per quanto riguarda l'architettura futurista, questa ha un passato in particolare nell’architettura industriale di fine 800 ed inizio 900, che con la potenza e la meccanicità dell’industria ha sicuramente influenzato i futuristi (basti pensare a Garnier con la sua città industriale), è il momento della costruzione delle grandi fabbriche, che iniziano ad avere una valenza architettonica, come quella Beherens a Berlino, troviamo poi Gropius, con le officine Fagus (una struttura completamente vetrata), ma anche la stessa Looshaus di Loos e le case per operai con due soli muri portanti e le altre pareti appese, esempio di architettura che dura poco nel tempo.

Arriviamo a Sant'Elia (1888-1916), fondò nel 1912 un gruppo di nuove tendenze con Nebbia e Chiattone, nel 1914 si ha la prima esposizione dei disegni per la città nuova e nel 1928 si ha la prima mostra dell’architettura futurista di Sant'Elia e Chiattone. Interessante lo schizzo per la nuova stazione per Milano, un disegno innovativo però, come si vede dalle altre tavole, i disegni ripropongono veramente una città nuova, però gli edifici ripropongono sempre uno schema classico e tradizionalmente simmetrico, il disegno è sempre più vecchio rispetto alla novità delle idee che vuole portare avanti. 
Si trattava di schizzi a china e rappresentano sempre il nuovo mondo della città (stazioni ferroviarie, ponti, aeroporti, centrali elettriche), si ha sempre un forte senso di verticalità, anche nei progetti per alloggi, come la casa comunicante con ascensori e ponti esterni (elementi molto attuali). Ricordiamo inoltre che la verticalità di Sant’Elia può aver ispirato i progetti di Summaruga (esponente del liberty italiano).
Monumentalità e simmetria del disegno riportano alla formazione classica di Sant'Elia; l'industria è uno dei temi preferiti della sua progettazione, ma anche l'unione di due edifici differenti in una unica struttura, come l'aeroporto e la stazione o la stazione con la fabbrica.
Certamente l’architetto futurista preferisce riferirsi alla novità dei grattacieli americani che non alla tipologia europea, considerata assolutamente obsoleta (come si nota dalla netta verticalità di tutti i suoi disegni).
Altri autori sono Mario Chiattone, anche lui progetta molto ma costruisce poco; mentre con Virgilio Marchi ci spostiamo a Roma, dove riproduce città fantastiche e più che altro architettura effimera.
Il futurismo influenza la pittura europea contemporanea dello stesso periodo, con tutta una serie di nomi.

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