Carlo Barabino


Carlo Barabino (1768-1835) più grande esponente del neoclassico genovese, importante come urbanista, perché dal 1818 viene indetto capo architetto del comune e vuole trasformare Genova in una città moderna. A circa 20 anni va a Roma all’accademia di Sanbuca, ritorna ed inizia a progettare, fa parte dell’accademia genovese, dove insegnerà; quando torna da Roma i padri del comune di Genova gli chiedono di costruire il lavatoio dei servi (in via dei servi) (1797), i lavatoi sono un’elemento importante della città che indicavano la suddivisione dei quartieri, servono a vedere l’ampliamento della città e sono un polo di aggregazione. Venne cacciato ingiustamente per malversazione, come ricorda una targa dei lavatoi.
Suo è il progetto per piazza San Domenico (1820), attuale piazza de Ferrari, dove c’era un convento romanico dei domenicani (poi distrutto), il suo progetto era quello di fare di quest’area il nuovo polo della città, trasportandolo dalla zona mare, dove si trovava in piazza Banchi. Viene dapprima costruita un’accademia militare, che poi diventa la sede dell’accademia di belle arti, poi nel 1825 progetta il Carlo Felice, con le stesse caratteristiche del Tagliafichi e del teatro all’Italiana.
Sempre nell’ambito del discorso urbanistico il progetto di strada Carlo Felice (1825-28), attuale XV aprile, che da piazza de Ferrari va sino a piazza Fontane Marose, con il taglio della strada; lo stesso il progetto per la passeggiata dell’acquasola (1768-1835), ma anche il progetto per una strada a monte del palazzo del Principe. 
Infine redige un piano di ampliamento delle abitazioni, dando dei progetti molto precisi di queste aree nella zona di Carignano, della circonvallazione a monde e nella zona lungo il Bisagno a partire da Corvetto, al tempo ancora chiusa dalle fronti seicentesche.
Nella zona di Brignole, allora occupata da orti, propone varie tipologie mantenendo anche delle piccole ville. Troviamo poi l’oratorio del rosario in salita San Francesco da Paola (1826), che ricorda un pò San Pietro in Montorio.
Nella chiesa della Nunziata la facciata viene rimaneggiata con l’inserimento di un pronao neoclassico su una chiesa del 1520. 
Suo è anche il manicomio (1830), che si trova nella zona di via Cesarea, che però realizza il successore Resasco, che in generale realizza altri suoi progetti di avanzamento della città verso la collina. Nella pianta del manicomio troviamo il nucleo centrale di controllo e poi le varie aree, uno schema simmetrico e ordinato tipico della classicità, inserito nel cerchio, tipicamente classico.
Il cimitero di Staglieno (1768-1835) viene realizzato da Resasco nel 1840-44, Barabino progetta un tradizionale impianto neoclassico, anche se viene rimaneggiato dal successore; importante la chiesa che per la sua tipologia ricorda il pantheon.

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