Gino Coppedé


Si tratta di un’artista che non è neoclassico ma è un’artista eclettico, nello stesso tempo riprende alcuni temi rinascimentali (in particolare nelle piante nei suoi palazzi) ma in generale prende elementi da tutti gli stili, inoltre lavora a Genova a fine 800 fine 900 e mentre è ancora in vita da avvio ad uno stili eclettico chiamato stile coppedé.
E’ fiorentino, nasce nel 1866, il padre lavora in un laboratorio di arti applicate che si chiama “La casa artistica”, alla quale lavorano anche i figli ed i fratelli; ha la fortuna di avere una committenza ricca e non così aperta e colta da adottare il nuovo stile liberty ed art nuveau ma che vuole rifarsi a schemi noti e tradizionali, come quelli del castello medievale, vedremo proprio come Coppedé riproduca come residenza urbana proprio il castello medioevale, all’interno del quale sono inserite molto influenze.
Nel 1896 viene chiamato da Mackenzie a Genova per costruire la sua casa, qui si ferma sino al 1910 ed avrà un’intensa attività professionale; in seguito andrà a Roma nel 1919, dove costruisce il quartiere Coppedé, in seguito si da all’arredo dei grandi piroscafi.
Ricordiamo il fratello Adolfo in quanto progetta e decorazioni per il palazzo della borsa a Genova.
In castello Mackenzie (1897-1902), ci troviamo di fronte alla tipologia del castello medievale con la sua torre, i suoi merli, le bifore eccetera, però vengono ripresi, sopratutto per quanto riguarda l’uso dei materiali, certe tendenze dell’art nuveau, mentre la pianta del castello riprende temi rinascimentali, con la tipica corte interna. Il castello viene recinto da mura e posti di guardia con delle torrette e lungo questa cinta si ha la casa del custode; ciò che è interessante è vedere cosa cerca la committente che non vuole un’opera liberty e si affida ad una commistione di istanze antiche.
Sempre in questo ambito abbiamo la rocca Tirrena (1903), a Boccadasse, nel quale riprende quello che la tipologia di torre tipicamente utilizzata per l’avvistamento delle navi in mare, con molti elementi che rimandano al medioevo.
Progetta anche per il cimitero di Staglieno (1904-06), in particolare il cimitero degli inglesi e per un’eventuale necropoli; lavora anche nel campo della fabbrica, come con le Officine San Giorgio (1905-07), caratterizzata da intonaco ed inserti di ceramica.
Importante il padiglione di Sampierdarena (1907) all’esposizione di Milano, si tratta di un blocco molto geometrico con poche decorazioni (che è molto vicino ai temi della secessione).
Costruisce vari palazzi a Genova, per esempio palazzo Zuccarino (1906-07) (caratterizzato da un forte bugnato al piano terra, mentre la facciata superiore risulta estremamente decorata e facciata aggettante), il Grand Hotel Miramare (1906-08) (fu per molto tempo un grande albergo, rimase chiuso per molto tempo, particolare per l’utilizzo del ferro battuto), palazzo Pastorino (1906-10) (un’inedita facciata con un bugnato di forte spessore ed il tetto molto aggettante) e palazzo Zuccarino-Cerrutti (1906-10) (caratterizzato dal bugnato e da elementi tipicamente medioevali). 
In ambito urbanistico troviamo anche dei progetti per una strada di collegamento tra Sampiardarena e Genova, mai costruito, ma anche il taglio del colle di San Benigno.
Lavora anche in ambiti differenziati, come il cavalcavia della ferrovia, altri castelli, come il castello Micheli (1904-10) e la Villa Canali (1924-25) (che presenta un parco mediterraneo e una portineria con un corpo sopraelevato aggettante sulla strada, che verrà molto copiato dagli architetti del tempo).
Sempre a Genova nel 1914 realizza alcuni progetti per l’expo di marina ed igiene marina nella spianata del Bisagno (insieme al suo stile introduce anche diversi caratteri della secessione).
Nel 1913 inizia a progettare il quartiere Coppedé, si presenta con un’entrata di grande importanza e varie tipologie, con la solita commistione di temi diversificati. Infine si da agli allestimenti delle grandi navi di linea con il fratello.

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