Nicolas Ledoux


Claude-Nicolas Ledoux (1736-1806) altro architetto visionario, Ledoux si differenziò dalla maggior parte degli architetti coevi per tre aspetti: non era nato a Parigi, non si era formato presso l’accademia di Francia a Roma e non andò mai a Roma ne in Italia (quindi non ha alcun diretto contatto con il mondo classico), per questo si può dire che fosse uno spirito più libero. 
Lavora prima per Luigi XVI e per i membri della sua corte. 
L’opera per cui è noto sono le saline reali di Arc et Senans (1775-79), il sale allora era estremamente importante e questo villaggio, che è assolutamente autarchico, riprende anche i concetti di Rousseau, un villaggio dove si prepara il sale e sono presenti tutte le infrastrutture che necessitano per la produzione e la spedizione del sale. 
Il complesso di forma emiciclica doveva ospitare circa 200 famiglie che vengono alloggiate all’interno di questo villaggio-fabbrica. 
Notiamo una impostazione classica con assi che si dipartono dal centro, completamente circondato da mura; in più è una rappresentazione dei concetti di Rousseau in quanto la gente rimane vincolata a questo ambito senza contatti con l’esterno, per questo dovrebbero essere delle persone buone e delle persone felici. 
Troviamo qui il più puro neoclassicismo, in quanto addirittura nella abitazioni l’architetto non aveva messo i camini perché disturbavano la linea pulita e netta delle coperture.
La casa del direttore presenta un motivo a rocchi alternati nelle colonne che d’ha maggiore movimento alla facciata, nel timpano invece è presente un cerchio che rappresenta l’occhio del controllo del direttore e dietro di lui quello del sovrano. All’ingresso delle saline si trovano delle bocce da cui esce dell’acqua, si tratta quindi di un’esempio di architettura parlante. Molto particolare è anche l’ingresso, costituito da un portale dorico che nasconde una grotta primitiva.
Questa realizzazione è importante da più punti di vista, il più puro neoclassico, l’incarnazione delle idee filosofiche del momento e l’architettura parlante.
L’architetto progetta anche la città ideale di Chaux, un tema trattato da tanti artisti contemporanei, ma in questo caso raddoppia lo schema delle saline reali, con la parte centrale amministrativa e all’esterno tutti i vari edifici pubblici progettati con l’idea dell’architettura parlante (cioè che rappresentano nella loro forma, oltre che negli elementi che vengono aggiunti, la funzione che hanno). 
Altri esempi di architettura parlante di Ledoux sono Casa per i Sorveglianti del fiume, dove il fiume passa attraverso la casa, o il cimitero di Chaux, con la sfera ma metà fuoriesce dal livello del terreno mentre l’altra con le tombe è interrata; ma anche la casa delle guardie forestali e la fonderia di cannoni (che riprende la pianta del castrum romano, con una pianta quadrata che trova agli angoli dei posti ddi guardia, che in questo caso sono dei forni), tutte architetture prive di decorazione.
Per quanto riguarda l’architettura costruita è bene ricordare le barriere doganali tutto attorno alla città di Parigi per il controllo delle merci e del traffico, dove troviamo gli elementi che abbiamo visto precedentemente nella Dennal a Barrièer de l’Etoile e quella de St Martin ou de la Villette.

Nessun commento:

Posta un commento